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Algeria, nuovo premier Djerad si impegna per dialogo

Con protesta e a livello internazionale, liberati 76 detenuti

07 gennaio 2020, 11:02

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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(di Rodolfo Calò) (ANSAmed) - IL CAIRO, 7 GEN - Dialogo con il movimento di protesta e un ruolo più attivo a livello internazionale: il nuovo presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha posto le basi per una svolta nel Paese nordafricano, la cui realizzazione è stata affidata al nuovo premier Abdelaziz Djerad, da poco nominato e che si è già espresso in questo senso. Un primo segnale del nuovo corso si è avuto pochi giorni fa, con la liberazione di 76 esponenti di rango della recente protesta antigovernativa, tra cui l'86enne veterano della guerra di indipendenza Lakhdar Bourega. Arrestato durante le proteste ha passato sei mesi in prigione, nonostante l'età avanzata.

Djerad, il 28 dicembre, è stato nominato primo ministro dal nuovo presidente Tebboune che, il 12 dello stesso mese, era stato eletto successore dell'anziano e malandato leader Abdelaziz Bouteflika, costretto alle dimissioni da piazza e militari in aprile dopo essere rimasto saldamente al potere per 20 anni. Giovedì scorso è stata annunciata la squadra di governo di Tebboune, guidata da Djerad: circa un terzo dei ministri hanno fatto parte di precedenti esecutivi sotto Bouteflika, ma non mancano novità, a partire dalla decisione di Tebboune di non nominare un militare come Ministro o Vice Ministro della Difesa, incarico che, in base alla Costituzione, assumerà quindi direttamente lui stesso. Si tratta di una scelta importante e di un ulteriore segnale di apertura verso le pressanti rivendicazioni popolari degli ultimi mesi tra le quali anche quella di uno Stato affidato ai civili e non ai militari. All'Industria è andato l'economista Ferhat Ait Ali, che in una recente intervista ha parlato delle possibilità di potenziare le relazioni commerciali con l'Italia. "Djerad ha perorato un dialogo diretto fra 'i rappresentanti' del movimento di protesta dell 'Hirak' e quelli di Stato e Forze armate, come anche dell'opposizione", ha commentato il sito algerino Radio M, precisando che il neopremier ha invitato a "fare affidamento sul patriottismo degli algerini".

Riferendosi poi alla Costituzione, il futuro premier, già all'inizio delle proteste, aveva sostenuto la necessità di applicare gli articoli 7 e 8, quelli sulla "sovranità del popolo", per rispondere alle sue "legittime rivendicazioni".

Djerad, inoltre, si era detto a favore di dimissioni del presidente ad interim Abdelkader Bensalah, come invocato dalla piazza.

Il movimento di protesta Hirak, che non ha ancora un leader di spicco nonostante i recenti appelli ad organizzarsi in una forma più strutturata, ha boicottato le elezioni presidenziali facendo scendere l'affluenza al 40% e continua a chiedere un cambio del sistema di potere algerino, ritenuto corrotto ed inefficiente nonostante il parziale ricambio dei vertici.

In tema di politica estera, che resterà affidata al presidente Tebboune e al ministro degli Esteri Boukadoum, il premier "ha parlato di "mancanza di comunicazione con i partner stranieri" indicando che "la nostra diplomazia non deve restare sulla difensiva". Negli ultimi giorni l'Algeria ha già preso alcune decisioni: di fronte agli sviluppi libici e al recente voto del Parlamento turco, ha inviato aiuti umanitari nelle zone di frontiera. Tebboune ha poi presieduto una riunione dell'Alto Consiglio di Sicurezza (la prima volta dal 2011) dedicata al controllo delle frontiere e Boukadoum ha anticipato che l'Algeria prenderà una "serie di misure" per contribuire alla soluzione pacifica della crisi libica. (ANSAmed).

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