(di Francesco Cerri) (ANSAmed) - ANKARA, 27 SET - Il premier di Ankara Recep Tayyip Erdogan ha avvertito che molti saranno ''sorpresi'' dal pacchetto di misure di 'democratizzazione' del paese che annuncera' lunedi per tenere in carreggiata il laborioso processo di pace avviato con il Pkk per chiudere il conflitto del Kurdistan turco. Il pacchetto rimane coperto da un fitto top secret. Ma una misura filtrata oggi dai giornali in effetti sorprende. Erdogan intende revocare il bando su tre lettere, X, Q e W, imposto nel 1928 quando il paese passo' dall'alfabeto arabo a quello latino, all'indomani della fondazione della repubblica sulle rovine dell'impero ottomano da parte di Atraturk. Il passaggio alle lettere latine fu una delle misure decise dal padre della Turchia moderna per occidentalizzare il paese e ridurre l'influenza dell'Islam sullo stato, proclamato laico. Ma le tre lettere, escluse nel nuovo alfabeto turco, corrispondono a suoni della lingua curda. Forse proprio per questo nella Turchia proiettata verso la 'turchizzazione' delle minoranze di Ataturk e dei suoi successori kemalisti il loro utilizzo e' stato esplicitamente vietato nei documenti ufficiali, con pene fino a sei mesi di carcere. Diversi politici curdi sono stati incriminati e condannati per averle usate in documenti pubblici. Le tre lettere non possono essere usate nei nomi e nelle carte d'identita' turche. La revoca del bando rientra in una delle richieste dei curdi, di un maggiore rispetto della loro lingua. E sara' accompagnata dal ripristino di nomi curdi di comuni del Kurdistan 'turchizzati' negli ultimi decenni. Il Pkk, che ai primi del mese ha sospeso il ritiro avviato in aprile dei suoi armati dal territorio turco previsto dagli accordi di pace, accusando Erdogan di non stare ai patti, chiede pero' ben altro. Una autonomia per il Kurdistan, l'insegnamento del curdo a scuola, la possibilita' di entrare in politica, liberta' per le migliaia di attivisti arrestati negli ultimi anni. E in chiusura del processo di pace anche quella del suo leader storico Abdullah Ocalan, detenuto nell'isola carcere di Imrali. Non e' chiaro per ora in che misura Erdogan rispondera' - al di la' delle riforme 'cosmetiche' dell'alfabeto - alle attese dei curdi. Sembra pero' che intenda cogliere l'occasione per infilare nel pacchetto la revoca del bando del velo islamico nella funzione pubblica che preme ai suoi elettori. La pressione dei ribelli curdi pero' e' forte. Da gennaio non si spara piu' nel Kurdistan e dal 'fronte' non tornano piu' bare di 'Mehmet', il nomignolo delle giovani reclute in Turchia. E tra pochi mesi inizia un tris elettorale - comunali, presidenziali, politiche - probabilmente cruciale per il futuro politico del 'sultano' di Ankara. (ANSAmed).