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Tunisia: Iom a tutto campo contro tratta esseri umani

Pubblicato primo rapporto su fenomeno nel Paese

18 marzo 2015, 12:43

Redazione ANSA

ANSACheck
(ANSAmed) - TUNISI, 18 MAR - Navigare su internet alla ricerca di un impiego puo' riservare sorprese inaspettate e portare dritto nelle braccia di trafficanti di esseri umani.

Questo il tema al quale l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom) in Tunisia ha dedicato una giornata di studio per sensibilizzare la stampa su un fenomeno di proporzioni mondiali. La tratta degli esseri umani, sia per sfruttamento sessuale che per motivi di lavoro, è infatti una violazione dei diritti fondamentali dell'uomo. Durante l'evento sono state proiettate video testimonianze di alcune vittime di questo fenomeno in Tunisia e nel mondo: tra loro, molte donne subsahariane che hanno raccontato le loro storie personali, iniziate casualmente da una ricerca di impiego su internet e terminate spesso con il lavoro forzato in una casa chiusa.

Per Lorena Lando, capo missione dell'Iom in Tunisia, l'utilizzazione della rete per cercare lavoro puo' effettivamente in alcuni casi portare a rimanere impigliati in reti di persone che si dedicano a questa attività illegale.

L'obiettivo dell'Iom in Tunisia e' quello di coordinare con le istituzioni statali, associazioni, stampa e società civile, campagne di informazione e sensibilizzazione allo scopo di mettere in guardia e proteggere le persone che rientrano nelle categorie a rischio.

Facendo il punto sulla legislazione in materia la Lando cita con ANSAmed il protocollo addizionale della convenzione Onu contro la criminalità transnazionale organizzata che mira a prevenire e punire la tratta degli esseri umani ed auspica che venga approvata al più presto in Tunisia una legge specifica che possa fornire tutti gli strumenti necessari per rispondere più adeguatamente ai bisogni delle vittime della tratta, cosi come supportare le autorità competenti nella lotta contro i trafficanti. La Tunisia ha ratificato il protocollo di Palermo sul traffico di esseri umani nel 2003 e dal 2008 dispone inoltre di un disegno di legge relativo alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani che tuttavia attende ancora di essere votato dal Parlamento. L'ufficio Iom in Tunisia ha lanciato recentemente una campagna video di prevenzione e sensibilizzazione contro la tratta di esseri umani con uno spot intitolato "La Storia di Fatma", parte del progetto "Sostegno in materia di legislazione contro la tratta di esseri umani in Tunisia", che ha tra gli obiettivi la collaborazione con il governo tunisino per rafforzare le capacità degli attori governativi e non per lottare contro la tratta di esseri umani e proteggerne le vittime.

Inoltre l'ufficio di Tunisi ha pubblicato recentemente un rapporto sul fenomeno della tratta di esseri umani in Tunisia, il primo mai effettuato del genere, che si basa su testimonianze, osservazioni sul terreno, articoli di stampa, interviste dirette alle vittime e rappresentanti di società civile e associazioni. Secondo questa ricerca la Tunisia e' al tempo stesso paese di provenienza, di destinazione e di transito della tratta di esseri umani. Sul territorio nazionale le vittime sono principalmente i bambini, le donne e le persone handicappate. La prima forma di sfruttamento e' quella della cosiddetta schiavitù domestica e del lavoro forzato, cui segue lo sfruttamento sessuale e la prostituzione vera e propria.

Esiste poi il fenomeno della tratta di esseri umani verso l'estero. Donne tunisine costrette alla schiavitu' dei lavori domestici all'estero, specie in Libano, nei paesi dell'Africa dell'ovest e negli Emirati. Come paese di destinazione la Tunisia si evidenzia come luogo in cui viene esercitata la prostituzione straniera da donne provenienti da Europa, Egitto, Filippine, Ucraina. La Tunisia inoltre funge da paese di transito per le giovani donne che dall'Africa subsahariana intendono raggiungere l'Europa per cercare un futuro migliore e che spesso finiscono per andare ad ingrossare le fila di spregiudicati trafficanti che le utilizzeranno per lavori domestici forzati o altro. (ANSAmed).

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