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Mediterraneo più caldo, nuove rotte per pesci migratori

Fedagripesca, da sardine a seppie la ricerca di giusti habitat

01 febbraio 2021, 09:54

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - ROMA, 01 FEB - Pescatori che rincorrono sempre più a largo i pesci, che a loro volta vanno in cerca di acque più fredde. Colpa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento dei mari, in particolare del Mediterraneo. A ricostruire le nuove mappe dei pesci migratori è Fedagripesca-Confcooperative, sulla base degli ultimi dati dell'Enea.

Quando i mari si riscaldano, gli animali a sangue freddo, non essendo in grado di regolare la loro temperatura interna, si spostano più lontani dalle coste o in profondità per ricercare il loro habitat ideale. Si scopre così che ogni pesce ha la sua temperatura ideale, con una sensibilità che si accentua nella fase riproduttiva con la schiusa delle uova. E se il freddo di questi giorni è un toccasana per le sardine che si riproducono in inverno e prediligono acque più fredde, il caldo favorisce l'accrescimento delle alici.

Secondo i dati dell'Enea, che sono alla base della nuova mappa delle migrazioni dei pesci nelle acque del Mediterraneo, quest'ultimo è diventato negli ultimi anni un vero e proprio hot spot del riscaldamento degli oceani. Si tratta di un fenomeno iniziato alla fine degli anni '80 e che, dopo un breve rallentamento intorno al 2000, ha iniziato a crescere velocemente, con un progressivo riscaldamento degli strati più profondi tra 200 e 700 metri a partire dalle coste siciliane per propagarsi verso Nord. E ad aumentare insieme alle temperature è anche il valore della salinità, che mostra la variazione maggiore e più rapida, anche a causa dell'isolamento di questo mare.

Ma c'è anche chi è su posizioni meno allarmiste, come il biologo marino Corrado Piccinetti, che ha lavorato a lungo nell'Università di Bologna. "Quando si parla del clima legato alla temperatura del mare - spiega - eventuali innalzamenti riguardano variazioni stagionali che si registrano in estate e quindi legate alle acque superficiali; oltre i 50-70 metri, invece, non si registra alcuno sbalzo. Ben diverso è se parliamo di stagni, lagune dove le acque in estati particolarmente torride possono dare molti problemi alla fauna ittica". Un caso per tutti è stata la moria di pesci nella laguna di Orbetello, con danni per milioni. Nel mare, invece, i pesci sanno cosa fare. Come le triglie che quando tra settembre e ottobre iniziano a scendere le temperature superficiali del mare, percorrono anche 10 miglia in 2 giorni alla ricerca di condizioni più temperate; e questo vale anche per le seppie, che si spostano lontano dalla costa in cerca di acque più calde.

Piccole migrazioni che annunciano l'arrivo dell'autunno. Gli sgombri, migratori stagionali per eccellenza, arrestano la loro corsa quando trovano le alici, il loro cibo preferito. Ma c'è anche chi ha trovato l'habitat giusto a prova di sbalzi di temperatura. Gli scampi, arrivati nel Mediterraneo diversi millenni fa dopo le glaciazioni, hanno ricercato un clima più familiare andando a vivere in profondità. Il merluzzo, invece, risulta poco permeabile ai cambi di temperatura perché le acque profonde, dove vive nel Mediterraneo, rimangono costanti tutto l'anno, vale a dire tra i 10 e i 14 gradi. (ANSAmed).

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