"Il numero di manifestazioni estreme di clima, meteorologia e acqua sta crescendo e questi fenomeni diventano sempre più frequenti come conseguenza del cambiamento climatico", ha dichiarato da Ginevra il segretario dell'Omm, Petteri Taalas.
Oltre il 90% dei morti, scrive l'agenzia dell'Onu, appartiene a Paesi in via di sviluppo. Dei due milioni di morti in 50 anni, 650.000 sono dovuti a siccità e 577.000 a tempeste e uragani, 59.000 ad alluvioni e 56.000 a temperature estreme, calde o fredde. Con il perfezionarsi dei soccorsi e dei siostemi di opreallarme, la media giornaliera dei morti - pari a 115 se spalmata sui 50 anni presi in considerazione - è tuttavia diminuita negli anni: negli anni '70 e '80 ogni giorno in media per questi fenomeni morivano 170 persone, negli anni '90 erano 90, calate a 40 dal 2010 in poi. "Molto semplicemente, oggi siamo più bravi a salvare vite umane di quanto non siamo mai stati", ha detto Taalas. (ANSAmed).
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