BEIRUT - E' di 6 morti e circa 30 feriti il bilancio dei violenti scontri armati scoppiati stamani a Beirut tra miliziani dei partiti armati sciiti Amal e Hezbollah e non meglio precisati uomini armati e "cecchini". Lo riferisce la Croce Rossa libanese citata dai media di Beirut.
Centinaia di esponenti del movimento sciita Amal, guidato dal presidente del Parlamento Nabih Berri, si sono dati appuntamento alla rotonda Tayyoune, nella parte sud della città, per dirigersi verso il palazzo di giustizia, poco lontano, in segno di protesta contro l'inchiesta in corso sull'esplosione del porto di Beirut il 4 agosto 2020.
I manifestanti di Amal, riconoscibili dalle insegne stampate sulle magliette e le giacche, hanno sparato colpi di kalashnikov che sono stati uditi in tutta la zona vicina di Badaro e Tayyoune. Lo ha riferito un giornalista dell'ANSA sul posto, secondo cui almeno due granate sparate da lanciarazzi sono esplose nei pressi della rotonda Tayyoune. Prima fermi, i militari si sono dispiegati nell'area degli scontri, tra i quartieri di Ayn Remmane e Shiyah, divisi proprio dalla rotonda Tayyoune, dove ora regna una calma tesa, secondo quanto riferisce l'esercito.
Nei giorni scorsi, un ex ministro e deputato di Amal è stato formalmente incriminato nell'inchiesta sull'esplosione del porto di Beirut nella quale sono state uccise 219 persone.
Scontri Beirut, Hezbollah punta il dito contro 'cecchini' cristiani
BEIRUT - I movimenti sciiti armati libanesi Hezbollah e Amal hanno oggi accusato esplicitamente il Partito cristiano-maronita delle Forze libanesi di aver "dispiegato gruppi di cecchini sui tetti" vicini alla rotonda Tayyoune a Beirut, dove si sono verificati stamani i violenti scontri armati. Lo si apprende da un nuovo comunicato congiunto dei due partiti armati libanesi che accusano le Forze libanesi di aver "pianificato in anticipo" quello che viene definito "un agguato" contro "manifestanti pacifici".
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