Al Jazeera ha precisato che le nuove prove si basano su nuove testimonianze di persone sul posto, sull'esame di video ed evidenze forensi.
"Le prove presentate alla Corte - ha spiegato l'emittente su twitter - ribaltano le tesi delle autorità israeliane che la giornalista sia stata uccisa in uno scambio a fuoco". Inoltre, le stesse prove - ha continuato al Jazeera che ha diffuso un documentario sulle circostanze della morte - "confermano, al di la di ogni dubbio, che non c'erano scambi di colpi d'arma da fuoco nella zona dove si trovava la giornalista se non quelli indirizzati direttamente a lei dalle Forze di occupazione israeliane". "Le evidenze mostrano - ha proseguito - che questa uccisione deliberata faceva parte di una campagna più vasta per colpire e silenziare Al Jazeera".
Israele - al termine di una lunga indagine, anche sul proiettile che centrò la giornalista - ammise che c'era "un'alta probabilità" che la giornalista fosse stata colpita "accidentalmente" dai tiri dei soldati, anche se non era "possibile determinare in modo inequivoco la fonte" dei colpi.
Il ministero degli esteri israeliano per ora non ha commentato l'iniziativa di Al Jazeera. (ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA