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Arte: 'Stato di plastica' di Cristina Finucci approda a Onu

Residui galleggianti Garbage Patch State sono monito su ambiente

17 settembre 2014, 15:33

Redazione ANSA

ANSACheck
(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID, 17 SET - Il Garbage Patch State, lo stato senza confini composto dai residui di plastica galleggianti negli oceani, approda alle Nazioni Unite.

Nella forma di un enorme serpentone, una marea di plastica, l'opera trans-mediale dell'artista e architetto-design Maria Cristina Finucci farà il suo ingresso nella lobby del Palazzo di Vetro dell'Onu il 29 settembre, nel corso dell'Assemblea Generale a New York e in occasione della presidenza italiana dell'Unione europea.

E' l'ultima di una serie di installazioni, che con performance, video e azioni artistiche è andata delineando il progetto 'Wasteland', lo Stato spazzatura fondato da Cristina Finucci per associare un'immagine concreta e tangibile al disastro ambientale costituito dai residui plastici negli oceani: l'equivalente di oltre 16 milioni di km quadrati, divisi in cinque gigantesche isole - invisibili a occhio nudo, dagli aerei o dai satelliti - per effetto della fotodegradazione, che non li biodegrada al 100% ma crea la cosiddetta 'zuppa di plastica'. "Ognuno di noi ha contribuito alla formazione di questa catastrofe ambientale, che minaccia la nostra stessa sopravvivenza - spiega all'ANSA Cristina Finucci, che risiede a Madrid - ma che resta purtroppo un problema negletto, proprio a causa della mancanza di una sua identificazione iconica". "Per questo - aggiunge - per materializzarne l'immagine del Garbage Patch State, ho costruito un apparato semantico verosimile, come la realizzazione di una sua bandiera, un'anagrafe, l'apertura di ambasciate, una pagina web, www.garbagepatchstate.org".

La nascita del Garbage Patch State come 'stato sovrano' è avvenuta all'Unesco, a Parigi, l'11 aprile 2013 - dove è stata piantata la bandiera di Wasteland - seguita pochi mesi dopo dalla creazione del suo 'Padiglione Nazionale' nel cortile di Ca'Foscari, durante la Biennale di Venezia. Un work in progress continuato a Madrid, con un'installazione nella centralissima Gran Via e, infine, sbarcato a Roma, con l'apertura di un'ambasciata al museo MAXXI, in occasione della prima Festa nazionale dello Stato spazzatura.

Arte che è al tempo stesso etica, politica e poetica, che esce dai musei per provocare e far riflettere, per essere condivisa in rete, sui nuovi supporti tecnologici, per spingere alla partecipazione. E difatti, dalla prima performance, l'artista è stata sommersa di offerte di collaborazione da parte di persone e associazioni di tutto il mondo, per contribuire alla continuazione di Wasteland, che - spiega l'artista - "comprende un sistema di azioni che si svolgono nel tempo, per disseminare sulla scena internazionale una serie di indizi dell'esistenza del Garbage Patch State".

Essenziale, per sua ricerca, "condividere le idee che vengono dall'esterno, lavorare in sinergia con studenti e giovani, perché si ritengano partecipi di un'opera condivisa". Un'opera ascritta al filone narrativo trans-mediale, oggetto di studio da parte di Salvatore Iaconesi e Oriana Persico nell'ambito del corso tenuto al Master in Exibit and Public Design, dell'università La Sapienza.

E che ora fa il suo ingresso nel quartiere generale dell'Onu, "un luogo simbolo della volontà di pace, cooperazione e sviluppo di tutti i popoli della Terra", ricorda Cristina Finucci, insignita quest'anno della Mela D'Oro del XXVI premio Marisa Bellisario. "Il luogo in cui si dibattono e condividono anche le politiche e le strategie internazionali per la tutela dell'ambiente e l'uso sostenibile delle limitate risorse naturali del nostro pianeta", conclude. (ANSAmed).

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