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Danza: Oplas porta Dante nel deserto tunisino

Il grande viaggio, 1/a tappa percorso creativo dedicato a Dante

24 marzo 2021, 16:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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TUNISI - Decisamente originale l'idea della compagnia Oplas/Centro Regionale della Danza Umbria, diretta da Luca Bruni e Mario Ferrari, di celebrare il 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri portando in scena in un contesto inconsueto ma alquanto suggestivo, quello delle dune del deserto di Sabryah, alle porte del Sahara tunisino, un'opera coreografica dedicata al Sommo Poeta e alla sua Divina Commedia.

"Le grand voyage" (Il grande viaggio) è la prima tappa di un percorso creativo dedicato alla grande opera dantesca - spiegano ad ANSA Bruni e Ferrari, ed è stato presentato nell'ambito del Festival Internazionale del Teatro del Sahara, finanziato dall'Ue, creato al fine di portare il teatro e la danza direttamente tra la gente, sulla sabbia del deserto e per sviluppare il turismo culturale nel governatorato di Kebili, in particolare nel villaggio di Sabryah.

Oplas, sottolineano ancora Bruni e Ferrari, ha sempre prediletto questo genere di contesti inconsueti al fine di portare la danza direttamente fra la gente, e per questa caratteristica è diventata nota in tutto il mondo. "Lo spettacolo dedicato a Dante e la scelta del deserto come luogo del debutto non poteva essere più adatto: ispirato alle immagini dell'Inferno dantesco, il racconto coreografico si è calato perfettamente nelle suggestioni di un luogo sferzato dal vento e da una sabbia così fine tale da infilarsi fin nei pori della pelle, illuminato dalla luce naturale del sole al tramonto", raccontano gli interpreti di Oplas, al termine della loro esibizione. "Ma la vera ricchezza di quel luogo - proseguono - sono stati sicuramente gli occhi e gli sguardi del pubblico: come spesso accade in posti come questi, dove il mondo sembra essersi fermato ad un altra epoca, il linguaggio della danza contemporanea raggiunge i cuori della gente anche senza proferir parola, in cambio di un caloroso applauso che suggella quell'unione momentanea fra chi l'arte la esegue e chi la riceve".

Lo spettacolo è stato arricchito dalle acrobatiche esibizioni di danza sui trampoli che hanno reso Oplas famosa nel mondo, elementi aggiunti all'ultimo istante, una volta giunti sul posto, proprio per sbalordire maggiormente coloro che già estremamente di rado - se non mai - vedono un artista europeo esibirsi: e l'intento non è stato disatteso. "Esibirsi sulla sabbia, dove i piedi che affondano passo dopo passo - racconta Luca Bruni - non è stata cosa semplice. Abbiamo danzato con la gola secca e le narici bruciate dalla sabbia, e alla fine dell'esecuzione sentivamo bruciare i polmoni: ma tornare a danzare sotto la volta del cielo è sempre molto emozionante, cosa che conosciamo bene dopo 24 anni dal nostro primo spettacolo di danza fuori dalle mura del teatro".

"Guardando all'orizzonte e scrutando verso sud quel mare di sabbia bianca - prosegue Bruni - il nostro pensiero è andato inevitabilmente a tutte quelle persone che lo attraversano per giungere alle sponde del Mediterraneo, e da lì in Italia: giungendo fino alle porte del Sahara, contro corrente, abbiamo avuto modo di cogliere almeno qualche indizio di tanta veemente motivazione che spinge l'uomo ad affrontare ogni sorta di pericolo, in una sorta di atavico viaggio in perfetto stile dantesco, e abbiamo visto con i nostri occhi quanto il mondo può essere diverso, alle volte, dalla nostra cultura e dal nostro vivere quotidiano. Con questa coscienza, e la memoria incisa nel cuore, affronteremo ogni prossima esecuzione del nostro viaggio dantesco".

Lo spettacolo è stato realizzato con il sostegno della Regione Umbria, che da decenni sostiene l'attività di Oplas, e del Ministero italiano della Cultura. Le coreografie sono di Luca Bruni, mentre i suggestivi costumi sono stati ideati e realizzati da Mario Ferrari.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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