Il rapporto tra la diva della televisione e la Spagna era una questione di feeling naturale, sbocciato non appena gli abitanti di quella terra dallo stesso "sapore mediterraneo" dell'Italia iniziarono ad assaporare una vita più libera di quella imposta dal regime dittatoriale franchista, a metà anni '70. "È un fenomeno nuovo", veniva presentata in occasione del suo esordio in tv. Da lì in poi, un successo crescente e duraturo, che resero la Carrà e il suo pubblico spagnolo affezionatissimi l'una all'altro. "Ogni scusa è buona per venire qui", diceva lei recentemente alla rivista S Moda. "È stata una donna che ha ispirato a varie generazioni felicità, coraggio e impegno. La sua musica ci ha rallegrato il cuore, il suo spirito libero ci ha riempito l'anima", ha affermato il premier spagnolo Pedro Sanchez, esprimendo il sentimento di un popolo costernato per la sua morte.
In omaggio alla sua figura, la televisione pubblica spagnola (Tve) ha stravolto il palinsesto della serata di lunedì, mandando in onda due speciali a lei dedicati. Molteplici poi i messaggi di cordoglio arrivati da personaggi pubblici. "Mia carissima Raffaella, che bei ricordi e che tempi indimenticabili", si legge sul profilo Twitter di Julio Iglesias. Celebrato anche il suo impegno in favore del collettivo Lgtb+. "Ci ha regalato decenni di intelligenza, spontaneità e Orgoglio", l'ha ricordata la vicepremier Yolanda Díaz.
E, proprio nel giorno in cui Italia e Spagna si giocavano l'accesso alla finale degli Europei di calcio, non poteva mancare l'omaggio dal mondo dello sport: "Qué fantástica esta fiesta", è il titolo scelto dal giornale sportivo Marca. Il riferimento è a uno dei tormentoni della Carrà in spagnolo che più hanno risuonato non solo in terra iberica, bensì anche in diversi Paesi dell'America Latina in cui l'artista italiana ha lasciato ricordi indelebili, dal Cile al Messico. In Argentina, un video in circolazione sui social in cui persone comuni cantano e ballano proprio al ritmo di questa stessa canzone — ripreso da un documentario della Rai di inizio anni '80 — è diventato virale, con centinaia di migliaia di visualizzazioni in poche ore. (ANSAmed).
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