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Economia: Marocco, presto le prime banche islamiche

Il partito di governo vuole bruciare tappe in parlamento

15 febbraio, 17:50

La Borsa di Dubai La Borsa di Dubai

(di Stefano Oliviero) (ANSAmed) - RABAT- Il Marocco potrebbe avere, nel medio termine, le sue prime banche islamiche. La questione e', infatti, una delle priorità del governo Benkirane: il gruppo parlamentare del Pjd, partito islamico moderato uscito vincitore dalle elezioni di novembre, ha già pronto il testo - elaborato da un'equipe di esperti del partito, guidata dal ministro degli Affari generali e della Governance Mohamed Najiib Boulif - della proposta di legge da presentare alla Camera dei rappresentanti.

Sul mercato dei prodotti finanziari quelli, per cosi' dire, ''islamici'' erano in qualche misura disponibili, ma gli istituti che se ne facevano vettore non hanno mai mostrato interesse per la creazione di banche specializzate. Ma con la vittoria del Pjd, l'aria è cambiata, poiche' il modello ha dato prova di potere resistere alla crisi e di avere in se' un grande potenziale di crescita.

Il testo parte dalla classificazione dei principi generali che regolano i prodotti attualmente commercializzati nelle banche, classificandoli in halal (autorizzati) e haram (vietati) dalla sharjia, precisando che il credito non debba essere una fonte di profitto. L'interesse sarebbe quindi proscritto e il prestito non più considerato un oggetto di commercio: ''il finanziamento accordato dalla banca implica una partecipazione di questa sia nei profitti che nelle perdite''. Le banche islamiche, di fatto, non si limitano, come nel regime tradizionale, a proporre dei servizi di intermediazione finanziaria, ma intervengono direttamente nei processi di creazione, trasformazione e commercializzazione della ricchezza.

La proposta di legge definisce poi i modelli di finanziamento autorizzati. In generale si tratta di "contratti conformi alla sharjia per l'impiego dei fondi aventi il fine di generare profitto". Gli istituti che sarebbero autorizzati ad operare in questo sistema sono classificati in tre tipologie: la banca islamica, l'istituzione finanziaria assimilata ad una banca islamica e l'istituzione finanziaria islamica. La qualifica di banca andrebbe ad ogni entità morale autorizzata a raccogliere fondi, a gestirli e ad investirli conformemente alla legge islamica. Questi istituti sarebbero assoggettati alla sharia e non alle leggi attuali che regolano gli istituti di credito e gli organismi assimilati, ad eccezione delle disposizioni che già concordano con essa. Ciò non impedirebbe agli istituti finanziari islamici di far parte del sistema bancario attuale: essi sarebbero posti sotto la tutela di Bank Al-Maghrib - la banca centrale marocchina - e del Consiglio nazionale della moneta e del risparmio, secondo la regolamentazione della banca centrale, a livello di controllo che dei principi prudenziali. Il progetto del Pjd darebbe anche la possibilità alle banche convenzionali di convertirsi in islamiche, totalmente o parzialmente, attraverso la creazione di filiali, casse o fondi d'investimento destinati a questo tipo di attività.

Il totale dei fondi in circolazione nella finanza islamica mondiale, scrive La Vie Eco, è stimato ad oltre 1000 miliardi di dollari nel 2011, in progressione di oltre il 50 percento rispetto al 2008 e del 21 per cento rispetto al 2010. Essendo circa un quarto della popolazione mondiale di fede musulmana, il potenziale di crescita di questo sistema appare molto importante e gli specialisti stimano che potrebbe captare fra il 40 e il 50 per cento del risparmio di questa fascia. (ANSAmed).

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