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Med: dialogo interculturale fondamentale contro cambio clima

Incontro di Fondazione Anna Lindh per soluzioni a sfide regione

03 giugno 2021, 11:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(ANSAmed) - ROMA, 03 GIU - Il dialogo interculturale è uno strumento fondamentale per sostenere il processo di cooperazione contro il cambiamento climatico nella regione del Mediterraneo, e comprendere e trovare soluzioni a sfide regionali quali lo sviluppo, la sicurezza e i flussi migratori. Questo il pensiero comune emerso durante l'incontro virtuale "How Intercultural Dialogue could address Climate Change?", organizzato il 2 giugno dalla Fondazione Anna Lindh come parte della Maratona virtuale per il dialogo nella regione EuroMed, iniziata il 19 maggio con decine di attività online in programma fino al 29 giugno.

All'evento hanno partecipato Eleonora Insalaco della Fondazione Anna Lindh, Sergi Nuss dell'Università di Girona, Gilda Catalano dell'Università della Calabria, Ahmed Yassin dell'organizzazione egiziana Banlastic, Marco Musso dell'onlus ComeUnaMarea, Raniah Alsayed dell'ong egiziana Alwan wa awtar e Sahar Mahfouz della Makassed Abs Cambridge International School in Libano. L'incontro è stato moderato da Aissam Benaissa di Connect NordAfrika.

"Con l'esplosione della pandemia Covid-19, le persone sono diventate più sensibili ai temi dell'ambiente", ha sottolineato Eleonora Insalaco, che ha presentato alcuni risultati di ricerche realizzate dalla Fondazione Anna Lindh dove emerge l'interesse dei cittadini della regione alle questioni ambientali. "L'ambiente è l'area che vede le due sponde del Mediterraneo completamente interconnesse, in relazione alle sfide ma anche alle opportunità derivanti dalla cooperazione", ha aggiunto. Ahmed Yassin ha sottolineato l'inclusione come elemento fondamentale per affrontare il problema, sottolineando che "senza il dialogo interculturale, perderemo sempre questa battaglia. Tutti devono essere inclusi del dialogo sull'emergenza climatica".

Nel corso dell'evento, i partecipanti hanno sottolineato come la regione del Mediterraneo sia una delle aree del mondo più colpite dal degrado ambientale. Di fronte a questa situazione, la piena attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, dell'Accordo di Parigi e degli obiettivi sulla biodiversità concordati a livello internazionale sono considerati fondamentali per prevenire futuri shock sistemici. É stata inoltre sottolineata l'opportunità che il Green Deal europeo rappresenta per la cooperazione su priorità quali lo sviluppo sostenibile, la creazione di posti di lavoro la questione migratoria.

Il tema delle migrazioni è stato affrontato nel corso del primo panel dell'incontro. "C'è poca attenzione sulla migrazione ambientale, una componente importante dei flussi nel Mediterraneo", ha riferito Insalaco. Il cambiamento climatico "mostra le disuguaglianze geografiche" e "se vogliamo iniziare a migliorare il dialogo tra i Paesi, è necessario dire che le popolazioni costrette alla migrazione forzata sono quelle che in passato hanno ricevuto i minori benefici dalla nostra crescita economica", ha affermato Gilda Catalano. "Quello che vediamo nel Mediterraneo con i flussi migratori è molto drammatico", ha dichiarato Sergi Nuss. "Spero che il dialogo interculturale possa aiutarci a essere più empatici come società verso coloro che hanno la necessità di lasciare le loro case per un futuro migliore, e ci faccia aprire le porte a queste persone".

Nel corso del secondo panel, i partecipanti hanno sottolineato l'importanza dei movimenti dal basso, dell'impegno della società civile e dell'educazione nell'innescare cambiamenti per un maggiore rispetto dell'ambiente. "Il dialogo ha il potere di modificare la percezione delle persone per capire che possono fare qualcosa su questa crisi, e condividere pratiche dal loro background culturale", ha sottolineato Raniah Alsayed. Marco Musso ha posto l'attenzione sull' impatto ambientale dell'industria del fashion, sottolineando che "sensibilizzare i consumatori è il modo migliore per raggiungere risultati" più orientati al rispetto dell'ambiente. Sahar Mahfouz ha affermato che gli educatori hanno il potere di "responsabilizzare giovani agenti del cambiamento sostenibile, per affrontare le sfide del cambiamento climatico". (ANSAmed).

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