(ANSA) - PESCARA, 13 FEB - Utilizzati dall'antichità in
ambito terapeutico e alimentare, oggi sono riconosciuti come
importanti bioindicatori, vista la loro sensibilità alle
alterazioni ambientali, e bioaccumulatori, nel caso degli
'epifiti': sono i licheni, espressione di un'associazione
simbiotica tra un fungo e un'alga, unione che assicura una
particolare resistenza in aree terrestri anche inospitali. In
Italia ne sono note circa 2700 specie, molte delle quali
minacciate di estinzione. Ai licheni è dedicato un volume del
Parco Nazionale della Maiella, a cura di Juri Nascimbene, Valter
Di Cecco e Luciano Di Martino, che va "a colmare una lacuna di
conoscenze sulla presenza e distribuzione di specie appartenenti
a gruppi biologici meno indagati sul territorio, in accordo con
le Direttive della Strategia Nazionale per la Biodiversità". La
'Guida ai licheni del Parco Nazionale della Maiella', spiega il
direttore del Parco Luciano Di Martino, è rivolta a coloro che,
percorrendo i sentieri del Parco, "si soffermeranno a osservare
queste curiose forme di vita che, colonizzando sia rocce che
piante legnose,
svolgono un ruolo fondamentale sia alla base della catena
ecologica, come pionieri dell'insediamento vegetale, sia come
precursori della pedogenesi".
La pubblicazione è frutto di una ricerca coordinata dal professor Nascimbene dell'Università di Bologna ed è la numero 12 tra i documenti tecnico-scientifici del Parco della Maiella.
Testi e foto raccontano i licheni suddivisi in Licheni epifiti degli ambienti antropizzati, Licheni epifiti delle faggete, Licheni terricoli dei prati aridi, Licheni terricoli degli ambienti di alta quota, Licheni degli ambienti rupestri.
Suggestiva la descrizione della 'strana coppia (La simbiosi lichenica)' che introduce alla conoscenza di questi organismi: "Si possono immaginare i licheni come un piccolo monolocale in cui convivono due o più figure: il fungo, il proprietario che fornisce un tetto e un giaciglio confortevole, e gli organismi fotosintetici, gli inquilini che preparano i pasti dando la giusta energia a tutti".
"Il territorio del Parco della Maiella si caratterizza per un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo, sia per numero di specie animali e vegetali sia per l'alto tasso di endemismo - scrive nella presentazione il presidente del Parco Lucio Zazzara - Una ricchezza dovuta alla grande diversità litologica, topografica e climatica, alla storia paleogeografica e paleoclimatica, e alla posizione centrale nel bacino Mediterraneo, che rappresenta uno degli hotspot di biodiversità definiti a scala planetaria". Una biodiversità che "sta attraversando una fase critica in tutto il mondo: in Europa quasi un quarto delle specie è attualmente minacciato di estinzione e il degrado della maggior parte degli ecosistemi ha raggiunto un'entità tale per cui essi non sono più in grado di fornire appieno i loro preziosi servizi. L'Ente Parco continua costantemente a indagare i diversi gruppi biologici presenti, in questo caso i licheni, aumentando il livello della conoscenza alla base delle azioni di conservazione che verranno intraprese e garantendo, soprattutto alle comunità locali, un chiaro indice dell'elevata qualità biologica del territorio". (ANSA).
La pubblicazione è frutto di una ricerca coordinata dal professor Nascimbene dell'Università di Bologna ed è la numero 12 tra i documenti tecnico-scientifici del Parco della Maiella.
Testi e foto raccontano i licheni suddivisi in Licheni epifiti degli ambienti antropizzati, Licheni epifiti delle faggete, Licheni terricoli dei prati aridi, Licheni terricoli degli ambienti di alta quota, Licheni degli ambienti rupestri.
Suggestiva la descrizione della 'strana coppia (La simbiosi lichenica)' che introduce alla conoscenza di questi organismi: "Si possono immaginare i licheni come un piccolo monolocale in cui convivono due o più figure: il fungo, il proprietario che fornisce un tetto e un giaciglio confortevole, e gli organismi fotosintetici, gli inquilini che preparano i pasti dando la giusta energia a tutti".
"Il territorio del Parco della Maiella si caratterizza per un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo, sia per numero di specie animali e vegetali sia per l'alto tasso di endemismo - scrive nella presentazione il presidente del Parco Lucio Zazzara - Una ricchezza dovuta alla grande diversità litologica, topografica e climatica, alla storia paleogeografica e paleoclimatica, e alla posizione centrale nel bacino Mediterraneo, che rappresenta uno degli hotspot di biodiversità definiti a scala planetaria". Una biodiversità che "sta attraversando una fase critica in tutto il mondo: in Europa quasi un quarto delle specie è attualmente minacciato di estinzione e il degrado della maggior parte degli ecosistemi ha raggiunto un'entità tale per cui essi non sono più in grado di fornire appieno i loro preziosi servizi. L'Ente Parco continua costantemente a indagare i diversi gruppi biologici presenti, in questo caso i licheni, aumentando il livello della conoscenza alla base delle azioni di conservazione che verranno intraprese e garantendo, soprattutto alle comunità locali, un chiaro indice dell'elevata qualità biologica del territorio". (ANSA).