(di Stefano Secondino) (ANSAmed) - ROMA, 30 DIC - Gli islamici tunisini di Ennahada, vincitori delle prime elezioni libere dopo la rivoluzione, non hanno alcuna voglia di strozzare la gallina dalla uova d'oro del turismo con il laccio del puritanesimo salafita. Niente divieti di costumi da bagno, niente veli alle turiste, niente islam dal volto truce che faccia scappare gli stranieri. Semmai, la nuova forza politica vuole ampliare l'offerta turistica. Non più solo spiagge, ma anche cultura e ambiente.
Rachid Ghannouci, leader di Ennahada, il nuovo uomo forte della Tunisia, racconta le sue idee sul turismo in una intervista al quotidiano panarabo Asharq alawsat, pubblicato a Londra e vicino alla monarchia saudita.
Per la verità, Ghannouci nell'intervista parla di molte altre cose. Dalle relazioni con gli altri stati arabi ("vogliamo stabilire buoni rapporti, non ci interessa ricostituire il califfato unendo i governi islamici") all'ipotesi del riconoscimento di Israele ("non se ne parla finché non riconoscerà i diritti dei palestinesi"), dalla Siria ("la peggior ingiustizia che può essere vista nel mondo oggi ha luogo in Siria") alle rivoluzioni nel mondo arabo ("speriamo che gli stati del Golfo seguano il sentiero più facile e meno costoso, evitando le sollevazioni sociali").
Soprattutto, Ghannouci ripete per la millesima volta che Ennahada è un partito islamico moderato, che non toccherà la libertà di espressione e i diritti delle donne e che le grida di allarme dei suoi rivali laici sono solo propaganda.
Si tratta in buona parte di cose già dette in molte occasioni. Ma il discorso sul turismo è nuovo e merita di essere riportato.
"Il turismo rappresenta una risorsa essenziale per la nostra economia, e la Tunisia è un paese aperto al mondo esterno - dice il politico -. L'Islam non è una religione di isolamento, ma di apertura al mondo". Ghannouci arriva a scomodare il Profeta per legittimare l'industria turistica: "In verità, perfino nel Corano si dice ai musulmani 'viaggiate per il mondo'".
Con un tale viatico, il leader islamico indica la pista da seguire: "Lavoreremo per sviluppare l'industria turistica tunisina e superare la crisi che l'ha colpita, con riferimento alla scarsità di servizi e di scelta. Intendiamo diversificare la nostra industria e diventare una destinazione attrattiva per i turisti dai nostri paesi vicini, come Algeria, Libia e gli stati del Golfo, così come per giapponesi e americani".
Per Ghannouci, "la Tunisia è stata limitata a destinazione balneare. Ma noi vogliamo diversificare le nostre attrazioni, e fornire altri servizi, perché abbiamo molto da offrire: turismo nel deserto, turismo culturale, educativo, ambientale".
Funzionale a questo rilancio è trasmettere un'immagine di un paese aperto e amichevole, dissipare i timori di un nuovo Iran, di un islam politico aggressivo e nemico dell'Occidente. "Noi abbiamo confermato il nostro impegno ai grandi principi come democrazia, diritti umani, pluralismo politico, rifiuto della violenza e dei colpi di stato... così come il nostro completo impegno per la parità dei sessi".
"Non soltanto conserveremo la nostra partnership con l'Unione europea - prosegue Ghannouci - ma lavoreremo anche per aumentarla". E ancora: "Noi non sosteniamo quelli che credono che portare il velo rappresenti un dovere religioso per le donne".
Quanto ai salafiti, principale spauracchio per gli occidentali, "se alcuni di loro sono noti per l'estremismo, questa è una risposta all'oppressione dello stato... noi ci aspettiamo che, con l'assenza di oppressione e un'atmosfera di dialogo e di libertà, il fenomeno dell'estremismo calerà, e che la visione religiosa tunisina, che è nota per la sua moderazione, alla fine prevarrà".
Ghannouci cerca di trasmettere un'immagine serena e rassicurante. "Il 92% dei tunisini sono ottimisti per il futuro, come il 96% delle donne. Il paese è in sicurezza, e, come dico sempre, la Tunisia è bella, ed è diventata ancora più bella senza Ben Ali". (ANSAmed).