La condanna di Erdogan e' venuta il giorno dopo l'approvazione anche al Senato della proposta di legge che commina un anno di carcere e 45 mia euro di multa a chi nega il genocidio di un milione e mezzo di armeni pianificato dal morente impero ottomano tra il 1915 ed il '17: un'accreditata tesi storica che pero' la Turchia, erede della Sublime Porta, considera un'offesa alla sua nazione in quanto le vittime armene sarebbero molte di meno e soprattutto furono frutto di un conflitto che colpi' duramente anche i turchi. Gia' dopo l'approvazione della legge alla Camera a dicembre, Ankara aveva inveito contro la proposta di legge e reagito congelando la cooperazione politico-militare con la Francia, dimostratasi troppo amica della sua confinante Armenia con cui e' tradizionalmente in dissidio.
Dopo l''oui' del Senato, Erdogan ha ribadito le critiche: e' una chiara forma di ''discriminazione, razzismo e massacro della liberta' di pensiero'', risultando ''per noi nulla'', senza valore, anche perche' i parlamenti non possono riscrivere la Storia. Con quest'atto medioevale la Francia ''ha messo i valori europei sotto i piedi'', ha insistito il premier parlando ai deputati del suo partito ed evocando anche il ''fascismo''. Nel riferirsi ai 600 mila armeni residenti in Francia che in primavera vota per le presidenziali, Erdogan ha sostenuto che si tratta di ''un tentativo di conquistare voti con l'ostilita' contro la Turchia''. Nell'accusare Nikolas Sarkozy di atteggiarsi a nemico di Ankara per fini elettorali, il premier si e' divertito a ricordare che il nonno del presidente francese era di Salonicco, quindi un ''ottomano'' anche lui.
Sarkozy con una lettera in cui ha sottolineato che la legge non prende di mira la Turchia e il ministro degli Esteri francese Alain Juppe' con un un appello al ''sangue freddo'' hanno cercato di calmare Erdogan. Il premier li ha quasi accontentati esprimendo la ''speranza che questo errore possa essere corretto'': il riferimento, esplicito, e' stato ai 60 senatori che servirebbero per presentare un ricorso alla Corte costituzionale francese (una raccolta di firme e' gia' cominciata). ''Siamo ancora nella fase della pazienza'', ha detto Erdogan avvertendo pero' che il ''piano di azione'' delle ritorsioni turche sara' annunciato ''passo dopo passo'' - ''senza marce indietro'' - ''in base agli sviluppi'' del varo definitivo della legge che deve essere promulgata da Sarkozy entro due settimane. Il premier non ha precisato quali siano le frecce nella faretra ottomana, ma i giornali turchi gia' le elencano: riduzione al minimo delle rappresentanze diplomatiche, esclusione di imprese da lucrosi appalti pubblici (ad esempio nel nucleare), negazione di spazio aereo e acque territoriali a jet e navi. Senza contare manifestazioni di piazza, attacchi di hacker e appelli al boicottaggio di prodotti francesi.
(ANSAmed).