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Immigrazione: Libia avverte, non siamo guardiani Europa

La nuova Libia del Cnt torna a battere cassa con l'Europa

25 gennaio, 10:23

Una nave di immigrati arriva a Lampedusa Una nave di immigrati arriva a Lampedusa

(ANSAme) - TRIPOLI- La nuova Libia del Cnt torna a battere cassa con l'Europa per l'immigrazione clandestina, proprio come la vecchia Libia di Gheddafi. Tripoli "non sarà la guardia di frontiera dell'Europa", ha detto il ministro dell'Interno Fawzi Abdelali, che ha chiesto l'aiuto della Ue e dei paesi confinanti per fronteggiare il flusso di immigrati.

Intanto rimane confusa la situazione a Bani Walid, città a 170 km da Tripoli attaccata e conquistata ieri da miliziani che, secondo gli abitanti del luogo, sono partigiani di Gheddafi. Un capo tribale locale ha negato che gli assalitori siano lealisti, ma Abdelali ha detto che il governo non sa ancora chi siano effettivamente.

"La Libia ha bisogno di molti mezzi per controllare (l'immigrazione, ndr.) - ha detto il ministro dell'Interno -. La Libia non sarà la guardia di frontiera dell'Europa. Anche se volesse, non potrebbe". Abdelali ha chiesto aiuto all'Europa e ai paesi vicini per fare fronte al flusso di immigrati. In particolare, ha chiesto un contributo per ristrutturare 19 centri di detenzione e per un sistema di sorveglianza delle frontiere.

I toni sono diversi, ma le parole del ministro fanno tornare in mente quelle pronunciate da Gheddafi solo un anno e mezzo fa.

Il 30 agosto 2010, in occasione dei festeggiamenti a Roma per il primo anniversario del Trattato di amicizia italo-libico, il dittatore aveva chiesto 5 miliardi di euro all'anno all'Ue per fermare i clandestini africani. Altrimenti, aveva detto, "l'Europa potrebbe diventare nera".

Le parole del ministro sugli immigrati arrivano in un momento di grande instabilità nel paese. A Tripoli anche stanotte ci sono state sparatorie, ed è da venerdì che gli scontri notturni vanno avanti. Nei giorni scorsi il vicepresidente del Consiglio nazionale di transizione, Abdel Hafiz Ghoga (ex collaboratore di Gheddafi), si è dimesso dopo essere stato contestato, e la sede del Cnt a Bengasi è stata assaltata da ex combattenti infuriati con le autorità.

Il governo ha dovuto rinviare di una settimana l'approvazione della legge elettorale per la Costituente per le proteste popolari. E oggi il mufti di Libia, Sadok al-Ghariani, ha lanciato una fatwa via sms per chiedere al Cnt di integrare al più presto gli irrequieti ex combattenti in esercito e polizia.

Ma è l'attacco di ieri a Bani Walid (ex roccaforte di Gheddafi) che ha provocato le maggiori inquietudini. Uomini pesantemente armati hanno attaccato ieri la caserma della milizia locale, uccidendo cinque soldati, poi hanno preso il controllo della città. Secondo alcuni abitanti, si tratta di lealisti che hanno issato anche nel centro la bandiera verde del passato regime.

Ma il capo della tribù dei Warfalla che domina in zona, Salem al Ouer, ha detto che "la situazione è calma oggi" e che "il conflitto è puramente locale". A conferma della confusione che regna nel paese, il ministro dell'Interno ha detto che il governo non sa ancora chi abbia attaccato effettivamente Bani Walid. Se si scoprirà che sono "residui del vecchio regime", ha minacciato Abdelali, le autorità "saranno in grado di colpire".

Ma per ora, sono solo parole. (ANSAmed).

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