(ANSAmed) DOHA, 1 MAR I Paesi del Golfo sono gli unici che
possono salvare l'Egitto dalla bancarotta nel caso in cui il
Paese non riuscisse a concretizzare risultati economici e
sociali. Si e' espresso in questi termini Gilles Kepel,
politologo francese esperto di Islam e mondo arabo e Professore
all'Institut d'Etudes politiques de Paris.L'Egitto andra' in
default nell'arco di poche settimane se gli islamisti non
porteranno risultati economici e il Paese non paghera' il suo
debito.
Gli unici a poter dare sostegno economico all'Egitto sono i
Paesi del Golfo, in particolare l'Arabia Saudita - ha dichiarato
Kepel durante la conferenza 'Le rivoluzioni arabe, l'Islam
politico e le transizioni democratiche' organizzata dal
'Brookings Doha Center' nella capitale qatarina. Il politologo
francese ha teorizzato una divisione geografica della Primavera
Araba in cui l'Egitto rientrerebbe in una Zona A insieme alla
Tunisia e alla Libia, paesi in cui il fenomeno rivoluzionario e'
iniziato e in cui il cambiamento non veniva percepito come una
minaccia. Nella Zona B si trovano Bahrein e Yemen dove il
cambiamento era visto come pericoloso e la politica estera, non
solo quella domestica, ha giocato un ruolo importante. In
particolare in Yemen, si e' assistito alla dissoluzione dello
Stato secondo Kepel. La Siria rientra nella Zona C essendo un
caso a se', con forti divisioni interne e pressioni esterne. La
Primavera Araba entra nel suo secondo anno con una fragile
transizione democratica che sembra guidata dai partiti politici
islamisti, il cui successo e' determinato da una migliore
organizzazione, migliore retorica accessibile a tutti e -secondo
Kepel- anche da una forte radicamento all'interno della
societa'. All'inizio delle rivoluzioni arabe, gli islamisti non
avevano alcun ruolo, ma ora hanno vinto in molti Paesi del Nord
Africa e devono portare dei risultati in termini economici e
sociali, ha concluso Kepel.(ANSA).