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Siria: Dall'Oglio, cinicamente abbandonata a guerra civile

Gesuita, Onu intervenga altrimenti conflitto anche dopo Assad

24 agosto, 14:33

Padre Paolo Dall'Oglio Padre Paolo Dall'Oglio

(ANSAmed) - ROMA - La "mutazione democratica" in Siria é ormai avviata e i siriani la vogliono al punto di essere disposti al sacrificio estremo contro il regime "genocida" di Assad. Ma la comunità internazionale ha "cinicamente" abbandonato il Paese al destino della guerra civile che si svolge "sulla pelle dei siriani", determinando "la sconfitta della diplomazia".

E' la dura denuncia di padre Paolo Dall'Oglio, gesuita e per trent'anni attivo tessitore del dialogo in Siria, recentemente espulso dal Paese per il suo impegno in favore del cambiamento di regime.

Dall'Oglio, in una intervista all'ANSA, spiega che l'opzione di un intervento militare nel Paese è preclusa "per paura di una guerra con Iran e Russia", mentre "si alimenta la guerra civile sulla pelle dei siriani per schiaffeggiare i due Paesi" che sostengono il regime di Assad.

"I siriani - sottolinea il gesuita - non sono disposti a tornare indietro. Per questo, anche il mediatore algerino Onu Lakhdar Brahimi è fuori posto, perché il presupposto fondamentale è comprendere questa ineludibile richiesta di democrazia". "Noi rischiamo - spiega ancora - la caduta di Assad e la continuazione della guerra civile. Per questo in tutti i casi è necessario l'intervento dell'Onu contro un regime genocida, quale è quello che sta uccidendo il suo stesso popolo".

Alla domanda se i ribelli siano in grado di assicurare una transizione verso la democrazia, padre Dall'Oglio replica che "più il mondo starà alla finestra e più si va verso il disastro consentendo ai gruppi estremisti di prendere il sopravvento". Dall'Oglio, che dopo aver avuto in questi giorni incontri con autorità a Toronto, Washington e New York per parlare di Siria, si trova ora a Roma dove ha avuto anche incontri in Vaticano per mettere la Santa Sede al corrente della situazione nel Paese, e nella Capitale si augura inoltre "di incontrare il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, a cui ho chiesto un colloquio". "Dalle sue dichiarazioni - aggiunge - vedo infatti che anch'egli è rassegnato alla logica della guerra civile".

Per quanto riguarda la diplomazia della Santa Sede, il geusita rileva che "nessuno si può attendere che il Vaticano nella fase attuale possa prendere il timone della diplomazia internazionale ,anche perché è bloccato dal controllo del regime sulla Chiesa cattolica". Tuttavia, Dall'Oglio rileva che "il Vaticano si è gia distinto per indipendenza di giudizio e tutti gli interventi del Papa vanno nella direzione di riconoscere le legittime richieste dei siriani".

Dall'Oglio accoglie anche la rassicurazione lanciata ieri dal capo dei ribelli di Aleppo, Abdel Qader Saleh, che assicura protezione ai cristiani. "Si tratta - afferma - di una dichiarazione estremamente importante. Aleppo è il luogo della rivoluzione e non della guerra civile, dove non ci sono alawiti, mentre lì sunniti e cristiani hanno sempre convissuto pacificamente".

Padre Dall'oglio lancia infine anche l'allarme sulla prossima visita del Papa in Libano dove si registrano scontri in conseguenza del conflitto siriano. "E' rischiosissima - afferma - sia dal punto di vista politico, sia della sicurezza".

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