È scontro in Turchia su una nuova
circolare del ministero dell'Interno, che vieta ai cittadini di
filmare e fotografare gli interventi della polizia durante le
manifestazioni e gli eventi pubblici. Secondo le autorità, il
regolamento è stato introdotto per difendere la sicurezza delle
forze dell'ordine e la privacy dei cittadini e non si applica ai
giornalisti. Opposizioni e associazioni di avvocati denunciano
invece un tentativo di "sospensione della democrazia", impedendo
il controllo pubblico sulla condotta delle forze di sicurezza,
spesso accusate di azioni violente durante le proteste di
piazza. Diversi esperti lanciano l'allarme sugli ostacoli alla
raccolta di prove di eventuali abusi commessi.
"Questa circolare significa che la democrazia è stata sospesa
in Turchia, che la costituzione è stata sospesa, che i diritti e
le libertà sono state sospese", ha accusato Kemal Kilicdaroglu,
leader del principale partito di opposizione, il
socialdemocratico Chp.
La norma è stata già applicata in occasione degli interventi
della polizia alle manifestazioni non autorizzate del Primo
maggio a piazza Taksim a Istanbul e in altre città, in cui sono
state fermate oltre 300 persone. Durante le proteste, anche
numerosi reporter hanno denunciato ostacoli al proprio lavoro.
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