(ANSAmed) - ROMA, 13 MAG - La mancanza di sanzioni da parte
dell'amministrazione Usa contro il principe ereditario saudita
Mohammed bin Salman per l'uccisione del giornalista Jamal
Khashoggi ha portato a un incremento delle condanne più pesanti
inflitte ai prigionieri politici del regno: è quanto emerge da
un rapporto dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani
Grant Liberty, basata nel Regno Unito, pubblicato oggi dal
Guardian. Secondo l'organizzazione, infatti, nel mese di aprile
le condanne pesanti inflitte a questi prigionieri sono
raddoppiate rispetto al totale delle condanne a loro inflitte
nei primi tre mesi dell'anno. Questo forte amento, sottolinea
Grant Liberty, è seguito alla decisione dell'amministrazione
Biden - il 26 febbraio - di rendere pubblico un rapporto
dell'intelligence Usa secondo cui il principe ereditario aveva
"approvato un'operazione a Istanbul, in Turchia, per catturare o
uccidere Jamal Khashoggi". Nelle settimane successive alla
decisone del governo americano, secondo l'organizzazione, c'è
stata in Arabia Saudita un'ulteriore stretta contro i
prigionieri politici attribuita proprio alla mancata imposizione
di sanzioni nei confronti del principe o della sua stretta
cerchia di consiglieri. "Le notizie dal sistema giudiziario
saudita possono essere notoriamente lente, ma almeno otto
individui hanno ricevuto dure sentenze nel solo mese di aprile,
il doppio rispetto ai primi tre mesi dell'anno", sottolinea il
rapporto. Nessun prigioniero politico nel regno era stato
condannato nell'aprile del 2019 o lo scorso aprile. (ANSAmed).
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