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Vucic, Ue dica chiaramente se accordo Bruxelles esiste

Presidente serbo, è condizione per prosecuzione dialogo con Kosovo

21 settembre 2021, 14:38

Redazione ANSA

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic © ANSA/EPA

Il presidente serbo Aleksandar Vucic © ANSA/EPA
Il presidente serbo Aleksandar Vucic © ANSA/EPA

BELGRADO - La Serbia chiede all'Unione europea di dire con chiarezza entro un mese se l'accordo di Bruxelles del 2013 fra Belgrado e Pristina esiste o non c'è più, e un silenzio da parte della Ue significherà che tale accordo non esiste più. Lo ha detto oggi il presidente serbo Aleksandar Vucic.

Parlando ai giornalisti al termine di una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale, che ha esaminato la situazione di nuove tensioni dopo gli eventi di ieri in Kosovo con l'imposizione delle targhe provvisorie alle auto in entrata dalla Serbia, Vucic ha detto che la risposta della Ue sarà una delle condizioni per la prosecuzione del dialogo con Pristina.

"Chiederemo ai rappresentanti della Ue una risposta urgente sull'esistenza o meno dell'accordo di Bruxelles, su quando sarà formata la Comunità delle municipalità serbe in Kosovo, e chiederemo che la risposta arrivi entro un mese. Il loro silenzio vorrà dire che l'accordo di Bruxelles non esiste più e che non vogliono la creazione della Comunità delle municipalità serbe", ha detto Vucic, sottolineando come la creazione di tale Comunità rappresenti il cuore stesso dell'accordo del 2013, del quale è garante la Ue. Altra condizione per il prosieguo del dialogo, ha aggiunto con toni perentori, è il ritiro di tutte le formazioni armate dal nord del Kosovo".

"Chiediamo il ritorno alla situazione precedente, e solo dopo ci recheremo a Bruxelles" per il negoziato, ha affermato il presidente con riferimento all'invio ieri nel nord del Kosovo a maggioranza serba di centinaia di uomini della polizia speciale kosovara (Rosu), armati e appoggiati da veicoli blindati, per verificare l'attuazione delle nuove misure sul cambio obbligatorio di targa per le auto in ingresso dalla Serbia.

Belgrado, ha ancora detto Vucic, chiede a Ue, Usa e Gran Bretagna di fare pressioni su Pristina affinchè venga annullata la sentenza di condanna nei confronti del politico serbo Ivan Todosjevic, al quale nelle scorse settimane sono stati inflitti due anni di carcere per le sua negazione di un massacro ad opera dei serbi, ritenuto nel 1999 all'origine dell'intervento aereo Nato contro la Serbia. Quella sentenza, ha osservato, è stata pronunciata in aperta violazione dell'accordo di Bruxelles, in base al quale la Corte deve essere formata da due giudici di etnia serba e uno albanese. Per Vucic e per il resto della dirigenza serba Todosjevic è stato condannato per aver detto la verità sul massacro di Raska. Il presidente è quindi tornato a criticare duramente la Ue per i suoi continui appelli a 'entrambe le parti', Pristina e Belgrado, a dar prova di moderazione e responsabilità, quando a suo avviso gli unici responsabili della situazione sono i dirigenti di Pristina e le loro azioni provocatorie.

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