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Tunisia: Saied spinge verso regime presidenziale

Dure reazioni politici a misure eccezionali varate ieri

23 settembre 2021, 13:58

Redazione ANSA

ANSACheck

Protesta di oppositori al presidente tunisino Kais Saied a Tunisi © ANSA/EPA

Protesta di oppositori al presidente tunisino Kais Saied a Tunisi © ANSA/EPA
Protesta di oppositori al presidente tunisino Kais Saied a Tunisi © ANSA/EPA

TUNISI - Con le ultime disposizioni pubblicate ieri in Gazzetta Ufficiale, il presidente tunisino Kais Saied sembra voler definitivamente virare il sistema di governo ibrido tunisino verso un vero e proprio regime presidenziale. Così almeno a leggere le misure eccezionali varate ieri che rafforzano il potere presidenziale a scapito del governo e del Parlamento, che di fatto verrà scavalcato legiferando per decreto. Tra le altre misure adottate la proroga della sospensione del Parlamento, la revoca dell'immunità ai deputati e la promulgazione di "misure eccezionali" per "l'esercizio del potere legislativo" e per "l'esercizio del potere esecutivo". Le disposizioni sospendono di fatto due capitoli della Costituzione che regolano i poteri legislativo ed esecutivo.

Dure le reazioni a tali misure da parte dei politici ed esperti che finora si sono espressi singolarmente ed in ordine sparso. La risposta più contrariata arriva ovviamente dal Presidente del Parlamento, nonché leader del partito islamico Ennhadha, Rached Ghannouchi, che in conseguenza di detti decreti, vedrà venir meno da oggi la scorta assegnatagli dallo Stato. Ghannouchi ha dichiarato che "ormai Saied ha passato il segno e di fatto ha sospeso la Costituzione, circostanza alla quale si opporrà categoricamente". Noamane El Euch, deputato della Corrente democratica, ha dichiarato che "Saied ha condotto un vero e proprio colpo di Stato contro la Costituzione" e che "il 22 settembre è una triste data per la Tunisia e i tunisini".

Rabeh Kheraifi, esperto di diritto costituzionale, ha affermato invece che il decreti presidenziali di ieri confermano che il presidente della Repubblica ha scelto di modificare la Costituzione. "La Costituzione non è stata né sospesa né annullata. La prova sta nel mantenimento del preambolo e dei capitoli delle libertà generali, delle regole generali e dei poteri giudiziari e locali", ha affermato. Il segretario generale di Attayar, Ghazi Chaouachi, crede che ora si "debba lottare contro il rovesciamento della Costituzione". Il presidente del gruppo parlamentare di Qalb Tounes, Oussama Khelifi, ha descritto i decreti di Saïed "su misura" e di "contrabbando", ritagliati "per consacrare una dittatura" e ha "chiesto di lottare contro il golpe". Ali Laârayedh, leader di Ennahdha, ha parlato di "un rovesciamento della Costituzione che priva Saïed della sua legittimità e chiede di lottare contro di lui, che ha operato un colpo di Stato per impadronirsi dei tre poteri".

Per l'ex ministro della Salute Abdellatif Mekki le misure annunciate dal presidente confermano che il 25 luglio non è stata l'occasione per scongiurare un pericolo imminente o rispondere alle emergenze economiche, ma che l'unico obiettivo di Saïed era quello di cambiare il sistema politico e impadronirsi di tutti i poteri. "Sta diventando chiaro che il suo unico obiettivo è cambiare il sistema e poiché ha intenzione di farlo, può solo andare di male in peggio", ha detto Mekki in una dichiarazione ad Al Jazeera.

L'esperta di diritto costituzionale, Salsabil Klibi, ha ricordato in un post che l'articolo 80 della Costituzione conferisce poteri molto ampi al presidente ma non gli consente certo di fare tutto. "L'articolo 80 prevede tutele che garantiscono innanzitutto un ritorno alla 'normalità' ma soprattutto impediscono il passaggio da un regime di poteri rafforzati a una dittatura", scrive Klibi proseguendo che "tali tutele consistono anzitutto nell'obbligo di mantenere lo status quo che vieta lo scioglimento del Parlamento e l'annullamento del governo. Se l'articolo 80 vieta la manomissione delle istituzioni esistenti, non può, a fortiori, consentire l'abrogazione del testo su cui si basano queste istituzioni, ovvero la Costituzione ", prosegue Klibi, sottolineando che l'elaborazione di una nuova Costituzione che garantisca stabilità, se proprio è necessaria, deve essere fatta consultando le forze politiche esistenti e anche tutte le forze vive della nazione, sindacati e associazioni. "Questo nuovo patto sociale deve essere oggetto di un dibattito pubblico, che idealmente dovrebbe svolgersi in un clima di pace e serenità. Non credo che una Costituzione "alcova" sia il modo migliore per ripristinare la pace sociale seriamente compromessa nel nostro Paese", conclude Klibi.

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