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Libia, dieci anni fa il linciaggio di Gheddafi

Ma la morte del dittatore ha portato guerre civili e instabilità

IL CAIRO, 19 ottobre 2021, 17:30

Redazione ANSA

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Esattamente dieci anni fa moriva per un linciaggio il despota libico Muammar Gheddafi, dopo oltre 42 anni di potere. Il brutale epilogo di una brutale dittatura che però non ha dato libertà e democrazia alla Libia, bensì altre due guerre civili e un'instabilità che ancora perdura a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane dove approdano centinaia di migliaia di migranti.

Gheddafi fu catturato e ucciso nei pressi di Sirte, sua zona d'origine, nel nord della Libia sull'omonimo golfo. Vi era stato localizzato già ad agosto, quando le forze ribelli stavano per conquistare Tripoli.

Il 20 ottobre 2011, vista l'inutilità degli sforzi per difendere Sirte nella quale si era asserragliato, Gheddafi tentò di fuggire nel deserto per continuare la resistenza dalle dune, ma il convoglio in cui viaggiava fu individuato di droni statunitensi e attaccato da aerei francesi.

Ferito alle gambe e catturato vivo, l'odiato despota fu picchiato a lungo per poi essere ucciso con un colpo di pistola alla testa e i suoi ultimi momenti di vita furono registrati in numerosi video. Il suo cadavere poi fu trasportato a Misurata, esposto al pubblico e infine sepolto in una località segreta nel deserto libico. Con la sua morte l'allora Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt), l'organo politico della ribellione, proclamò la "liberazione" del Paese.

Il "capo della rivoluzione" che nel 1969 aveva rovesciato la monarchia era stato spazzato via dai venti della primavera araba, ma soprattutto da un controverso intervento internazionale, lanciato nel 2011 sotto l'egida della Nato.

Raid che però hanno fatto anche precipitare il Paese nordafricano in una spirale di guerre civili (quella del 2014 e l'attacco del generale Khalifa Haftar a Tripoli nel 2019/'20) e divisioni alimentate da ingerenze straniere: solo l'anno scorso è stato istituito un governo di transizione, sotto l'egida delle Nazioni Unite, per guidare il Paese verso le elezioni presidenziali previste per il 24 dicembre.

Le leggi per le elezioni presidenziali e legislative varate dal Parlamento (Hor) insediato nell'est dominato da Haftar sono state però respinte da quella sorta di Senato insediato a Tripoli che è l'Alto Consiglio di Stato (Hsc). Il Parlamento ha quindi cambiato il calendario mantenendo le presidenziali per la vigilia di Natale e facendo slittare le legislative al mese dopo.

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