Altri fattori citati fra le ipotesi di lavoro dell'Ars Toscana, secondo quanto si legge in una nota di sintesi, sono "il clima caldo caratteristico sempre dei paesi africani che sembra in generale avere avuto in passato un impatto mitigatorio della carica virale della famiglia dei coronavirus", e il "possibile impatto di alcune vaccinazioni, come l'antitubercolare, particolarmente diffusa negli stessi paesi".
In Toscana, gli stranieri positivi in condizioni meno gravi rappresentano l'84,7% del totale contro il 78% degli italiani; il 14,1% sono coloro che si trovano in uno stato clinico severo (18,5% italiani) mentre l'1,2% è in condizioni critiche (3,5% italiani). "La giovane età di questa popolazione e le migliori condizioni di salute - sottolinea la Regione - spiegano anche il minor ricorso al ricovero ospedaliero".
Il 18,4% dei casi Sars-CoV-2 positivi proviene dall'Albania, il 15,3% dalla Romania, il 14,1% dal Perù, il 5,5% dalle Filippine e il 3,7% da Brasile, India e Marocco. Fra i cittadini cinesi, che rappresentano il 13% dei residenti stranieri in Toscana, è stato registrato soltanto un caso: dato oltremodo interessante - sostiene la Regione - alla luce del fatto che la città di Prato ospita una delle più grandi comunità cinesi d'Europa e che, dato l'esordio dell'infezione, sembrava destinata a diventare un epicentro di Covid-19". Fra gli stranieri, 81 persone hanno contratto l'infezione sul luogo di lavoro e, di queste, 57 risultano operatori sanitari che operano prevalentemente all'interno di Rsa. "Il rischio che le condizioni abitative e/o lavorative rappresentano per questi cittadini - scrive l'Ars - costituiscono un tema sul quale è necessario riportare la nostra attenzione".(ANSAmed).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA