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Tajani, 'Balcani priorità Italia, decisivi per flussi migranti'

Europa resti prospettiva per questi Paesi, dice in Commissione

26 gennaio, 15:31

(ANSAmed) - ROMA, 26 GEN - Sui Balcani "decisiva per l'Italia è la questione flussi migratori sulla rotta balcanica. Lungo quella direttrice entrano in Europa molti irregolari. Nel 2022 ci sono stati ben 140mila attraversamenti o tentativi di attraversamenti irregolari delle frontiere". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alle commissioni riunite Affari esteri Camera e Affari esteri e difesa Senato sulla situazione nei Balcani occidentali. Il ministro ha ricordato l'impegno "cruciale dei militari per la stabilizzazione della regione. Abbiamo militari al confine tra Kosovo e Serbia e sono apprezzati da entrambe le parti e ho avuto elogi da Borrell", così come da Kurti e Vucic. La loro presenza "è gradita e favorisce stabilizzazione", ha sottolineato Tajani.

"I Balcani rappresentano una priorità del governo italiano, sono una realtà forse non sempre sufficientemente seguita o con la dovuta attenzione e intensità. Martedì scorso abbiamo organizzato insieme al ministero dell'Economia una conferenza nazionale sulla regione" a Trieste, dove "abbiamo fatto il punto su ciò che l'Italia può fare per essere protagonista nell'area che è prioritaria. Ma Trieste è solo il primo passo di una strategia di maggior presenza italiana nella regione", ha aggiunto il titolare della Farnesina.

I Balcani sono "strategici nel nostro interesse nazionale, e quello che accade lì si riflette in Italia ed Europa. La guerra in Ucraina dà centralità alla regione dove è cruciale la stabilizzazione", ha proseguito il ministro. L'area "è oggetto di competizione geopolitica, con Cina, Russia ma anche Turchia e Arabia Saudita che cercano di guadagnare spazi importanti.

Questo non deve lasciarci indifferenti, non dobbiamo dare nulla per scontato e assicurarci che il senso di appartenenza europea non vacilli. L'Europa deve restare la prospettiva di questi Paesi, e noi vogliamo esserci ed essere protagonisti dal punto di vista politico, con il ruolo delle forze armate" e le nostre imprese.

Tajani ha quindi parlato della situazione fra Serbia e Kosovo: "Serve un accordo complessivo vincolante, altrimenti ci troveremo sempre a mediare e a trovarci in situazioni di tensione che si calmano per qualche mese e poi ricominciano. Le tensioni non devono essere sottovalutate perché possono degenerare", ha dichiarato, aggiungendo che "nel dialogo tra Serbia e Kosovo vanno sciolti nodi importanti e l'Ue ha la responsabilità di contribuire a risolvere le questioni aperte.

Ne abbiamo parlato al Consiglio affari esteri dell'Ue. I rapporti tra questi due Paesi sono uno snodo fondamentale, perché sono il punto di maggiore frizione", ha sottolineato.

"Sul piano diplomatico mi sono attivato più volte con (il premier kosovaro) Kurti e (il presidente serbo) Vucic, con (il ministro della Difesa) Crosetto siamo andati insieme" nella regione "per dimostrare che c'è l'impegno di tutto il governo, che sostiene l'azione pacificatrice dei nostri militari.

Entrambi i leader si sono impegnati a salvaguardare la sicurezza nella regione", ma "la situazione sul terreno rimane tesa" e "comunque in tutti i miei colloqui ho insistito sulla necessità che non vengano adottate azioni unilaterali", ha spiegato Tajani. "Siamo in prima linea per favorire la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi" ed "nostro interesse incoraggiare la Serbia affinché faccia una scelta chiara a favore dell'Europa. Ma l'Europa deve anch'essa offrire alla Serbia, così come al Kosovo, una prospettiva di integrazione tangibile.

Non abbiamo alcun interesse a che la Serbia, invece che guardare all'Occidente, guardi verso Oriente". (ANSAmed).

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