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Migranti: Croazia, visita eurodeputati Pd 'provocazione'

Parlamentari, 'da Croazia attendevamo scuse non accuse'

01 febbraio, 15:00

(ANSAmed) - ROMA, 1 FEB - La visita sabato scorso degli eurodeputati italiani del Pd al confine tra Croazia e Bosnia per verificare le condizioni di vita dei migranti nei campi profughi a Bihac "non era altro che una ennesima provocazione contro la polizia croata" e un "tentativo di screditare la reputazione" del Paese. Lo afferma il ministro degli Interni croato, Davor Bozinovic, rispondendo ai cronisti sul perché i quattro eurodeputati fossero stati bloccati a circa 150 metri dal confine con la Bosnia.

Secondo la polizia croata i quattro europarlamentari - Pietro Bartolo, Alessandro Moretti, Pier Francesco Majorino e Brando Benefei - non si sono presentati a un valico di confine regolare, ma avrebbero tentato di attraversare la frontiera in uno dei punti usati dai migranti per entrare in Europa attraverso la Croazia. Il comportamento dei quattro deputati italiani è da condannare anche perché era un evidente tentativo di screditare la reputazione della Croazia e di non rispettare le sue leggi", ha detto il ministro, ricordando che la polizia croata è incaricata di controllare il confine esterno dell'Ue, quello con la Bosnia, incarico che svolge nel pieno rispetto delle leggi nazionali e internazionali. "A cosa servono i valichi di confine se ci sono persone che si permettono di entrare e uscire dagli Stati percorrendo boschi e fiumi", ha spiegato. Secondo Bozinovic nessuno di loro aveva un permesso "poiché non esiste la possibilità di rilasciare permessi per attraversare i confini in modo illegale".

La Croazia si rivolgerà all'Europarlamento e la polizia croata ha aperto anche un'inchiesta. Per il ministro croato sembra che l'intenzione fosse di "fare una performance al confine, dato che nelle stesse ore era stato notato anche uno spostamento di un gruppo di migranti verso il punto dove gli eurodeputati avrebbero voluto entrare in Bosnia".

"Siamo sorpresi dalle parole del ministro Bozinovic, ci aspettavamo delle scuse per averci impedito di fare il nostro lavoro, non delle false accuse. Possediamo foto, audio e video che provano che siamo stati fermati quando ancora lontani dal confine, per impedire la nostra ispezione. Abbiamo informato le autorità croate della nostra visita con adeguato anticipo e assicurando il rispetto delle regole vigenti", così hanno replicato i quattro europarlamentari in una nota.

"Avevamo ricevuto conferma che saremmo potuti andare a vedere cosa succede alla frontiera, ovviamente senza attraversarla, cosa che non è mai stata nostra intenzione e cosa che abbiamo ribadito più volte anche alla polizia. Invece ci è stato impedito di raggiungerla, senza alcun valido motivo - spiega la nota - Accusare qualcuno, ancor più accusare membri del Parlamento Europeo, di cercare di commettere atti illegali senza alcuna prova, in qualunque paese democratico potrebbe essere materiale per un'azione penale per chi lo dice. È una vergogna che un rappresentante di un governo dell'Unione Europea abbia paura del lavoro dei parlamentari. Speriamo di ricevere delle scuse ufficiali e chiederemo certamente un'indagine sull'accaduto da parte delle autorità europee".(ANSAmed).

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