La decisione della Slovenia di invitare agenti di polizia di altri Paesi europei per aiutare a proteggere il confine è maturata da tempo. Secondo quanto dichiarato da Hojs, il fatto che l'Assemblea nazionale non abbia sostenuto l'attivazione dell'articolo 37a della legge sulla difesa territoriale, che avrebbe attribuito ai militari poteri aggiuntivi per proteggere il confine, ha giocato un ruolo importante nella decisione finale. "Al momento può sembrare una decisione in controtendenza con la riduzione delle ondate di migrazione illegale, ma nessuno può escludere che si possa verificare una situazione simile a quella del 2015", ha detto Hojs.
La missione dei 21 agenti stranieri durerà un massimo di sei mesi, e sono in corso colloqui con Danimarca, Austria e Germania, mentre sono già previsti arrivi da Ungheria e Romania.
Fra le intenzioni di Hojs anche la volontà di ripristinare pattugliamenti misti italo-sloveni sul confine occidentale, per i quali sono in corso colloqui con la ministra Luciana Lamorgese. Una sua visita in Slovenia è prevista per la fine di maggio o agli inizi di giugno. (ANSAmed).