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Migranti: Croazia, nuove violenze al confine con Bosnia

Un filmato rafforza sospetti di abusi da parte polizia croata

07 ottobre, 13:43

(ANSAmed) - ZAGABRIA, 7 OTT - Nuove prove di violenze e abusi da parte della polizia croata e di respingimenti illeciti verso la Bosnia di migranti sono emerse ieri in un filmato trasmesso dalla emittente privata Rtl Croazia. Nel video, girato a giugno al confine tra Bosnia e Croazia, si vede alcune persone dal viso coperto con passamontagna usare violenza contro quattro migranti per costringerli ad attraversare un ruscello che segna il confine croato-bosniaco e si sente uno degli uomini gridare "Go to Bosnia!". La scena è stata ripresa da un gruppo di giornalisti locali e stranieri uniti nella rete di giornalismo investigativo Lighthouse Reports nella zona del fiume Korona.

I giornalisti hanno raccontato di aver prima visto un furgone dal quale sono usciti quattro migranti, già visibilmente feriti.

Poi i quattro uomini vengono picchiati ancora e costretti a entrare nel fiume con l'acqua fino al petto. Le persone che hanno usato loro violenza non portavano nessuna insegna o uniforme ma avevano con sè oggetti solitamente in dotazione della polizia speciale croata.

La polizia croata è da molti anni accusata da parte di associazioni internazionali e croate per la difesa dei diritti umani e dalla stampa di ricorrere a violenza, maltrattamenti, abusi e sottrazione di denaro, telefonini e oggetti personali ai migranti per costringerli a tornare in Bosnia, nei centri di accoglienza per persone che tentano di usare la rotta migratoria balcanica per raggiungere l'Europa occidentale. Il Ministero degli Interni di Zagabria ha sempre negato queste accuse affermando di aver condotto molte inchieste. Anche questa volta è stata annunciata un'inchiesta interna. Un poliziotto croato ha detto ai giornalisti, chiedendo l'anonimato, che non esiste nessun ordine ufficiale ma "è noto internamente, anche in base a ordini dei nostri diretti superiori, che i migranti fermati in territorio croato devono essere riportati in Bosnia". (ANSAmed).

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