(ANSAmed) - SKOPJE, 17 GIU - Per il generale progresso dei
Balcani occidentali è fondamentale l'integrazione della regione
nell'Unione europea. Lo ha detto la premier serba Ana Brnabic
intervenendo oggi al Prespa Forum for Dialogue a Ohrid, in
Macedonia del Nord. A questo scopo, ha aggiunto, è molto
importante intensificare la cooperazione regionale e i rapporti
di buon vicinato, che sono gli obiettivi di 'Open Balkan',
l'iniziativa di Serbia, Macedonia del Nord e Albania per la
creazione di un mercato comune nei Balcani occidentali. Brnabic
ha rinnovato l'appello a Montenegro e Bosnia-Erzegovina ad
aderire a tale progetto, che viene invece respinto dal Kosovo,
la cui dirigenza vede in esso il tentativo di Belgrado di
riproporre una politica di egemonia sull'intero territorio della
ex Jugoslavia.
In corso da ieri nella località turistica sul lago omonimo nel sud della Macedonia del Nord, il Forum di Ohrid - che si tiene a quattro anni dallo storico accordo fra Skopje e Atene che pose fine a una disputa trentennale sul nome del Paese ex jugoslavo - ha visto finora gli interventi di numerosi leader della regione, tutti centrati sull'importanza dell'integrazione europea dei Balcani occidentali. Il presidente croato Zoran Milanovic si è riferito in particolare alla necessità di risolvere il conflitto fra Serbia e Kosovo, A suo avviso infatti, non c'è modo di procedere se i Paesi dei Balcani occidentali non si riconoscono. Il presidente sloveno Borut Pahor da parte sua ha insistito sull'importanza di concedere rapidamente e senza ulteriori condizionalità lo status di Paese candidato alla Bosnia-Erzegovina, Paese cruciale per la stabilità regionale, per evitare il rafforzamento di nazionalismi e posizioni sempre più euroscettiche.
Alle minacce russe sulla stabilità dei Balcani, con il conflitto armato in Ucraina, e alla necessità di una adeguata risposta di Bruxelles, si è riferito il presidente montenegrino Milo Djukanovic, mentre per la presidente del Kosovo Vjosa Osmani è di estrema importanza che Ue e Usa non lascino un vuoto che potrebbe essere utilizzato e occupato da attori terzi. Lo status di Paese candidato, ha detto, va dato a Ucraina, Moldova e Georgia, ma anche a Kosovo e Bosnia-Erzegovina.
A Ohrid, dove ieri era presente anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel con il padrone di casa, il presidente macedone Stevo Pendarovski, sono intervenuti tra gli altri i ministri degli Esteri di Austria, Turchia, Croazia, Polonia, Slovacchia, il commissario Ue all'allargamento Oliver Varhelyi, gli inviati speciali per i Balcani occidentali di Ue, Usa, Regno Unito, Germania e Austria.(ANSAmed).
In corso da ieri nella località turistica sul lago omonimo nel sud della Macedonia del Nord, il Forum di Ohrid - che si tiene a quattro anni dallo storico accordo fra Skopje e Atene che pose fine a una disputa trentennale sul nome del Paese ex jugoslavo - ha visto finora gli interventi di numerosi leader della regione, tutti centrati sull'importanza dell'integrazione europea dei Balcani occidentali. Il presidente croato Zoran Milanovic si è riferito in particolare alla necessità di risolvere il conflitto fra Serbia e Kosovo, A suo avviso infatti, non c'è modo di procedere se i Paesi dei Balcani occidentali non si riconoscono. Il presidente sloveno Borut Pahor da parte sua ha insistito sull'importanza di concedere rapidamente e senza ulteriori condizionalità lo status di Paese candidato alla Bosnia-Erzegovina, Paese cruciale per la stabilità regionale, per evitare il rafforzamento di nazionalismi e posizioni sempre più euroscettiche.
Alle minacce russe sulla stabilità dei Balcani, con il conflitto armato in Ucraina, e alla necessità di una adeguata risposta di Bruxelles, si è riferito il presidente montenegrino Milo Djukanovic, mentre per la presidente del Kosovo Vjosa Osmani è di estrema importanza che Ue e Usa non lascino un vuoto che potrebbe essere utilizzato e occupato da attori terzi. Lo status di Paese candidato, ha detto, va dato a Ucraina, Moldova e Georgia, ma anche a Kosovo e Bosnia-Erzegovina.
A Ohrid, dove ieri era presente anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel con il padrone di casa, il presidente macedone Stevo Pendarovski, sono intervenuti tra gli altri i ministri degli Esteri di Austria, Turchia, Croazia, Polonia, Slovacchia, il commissario Ue all'allargamento Oliver Varhelyi, gli inviati speciali per i Balcani occidentali di Ue, Usa, Regno Unito, Germania e Austria.(ANSAmed).