Il Padiglione del Mediterraneo è concepito come uno spazio per tutti gli attori regionali - pubblici e privati, scientifici e accademici, tecnici, politici, della società civile, della finanza e delle imprese - attivamente impegnati ad affrontare la crisi climatica nel e intorno al Mar Mediterraneo, sottolinea l'UpM, che guida l'iniziativa attraverso il suo Segretariato insieme al Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente - Piano d'Azione per il Mediterraneo (UNEP-MAP) e alla Fondazione PRIMA, insieme a una coalizione delle più importanti organizzazioni che si occupano di azione per il clima nella regione.
Nel contesto della crisi climatica globale, l'area del Mediterraneo si trova di fronte a sfide proprie che possono portare all'instabilità regionale: impatto estremamente grave ed accelerato, è la seconda regione di riscaldamento più veloce del pianeta (20% più veloce rispetto alla media globale), che si sovrappone a una pericolosa asimmetria socio-economica e mancanza di integrazione, ricorda l'UpM.
Con un approccio innovativo, il Padiglione del Mediterraneo si avvarrà della rete indipendente di esperti mediterranei sui cambiamenti ambientali e climatici (MedECC) come consiglio scientifico per le sue attività. Il MedECC riunisce oltre 600 scienziati provenienti da 35 Paesi e ha pubblicato nel 2019 il primo rapporto di valutazione scientifica sull'impatto dei cambiamenti ambientali e climatici nella regione del Mediterraneo.
"Una transizione rapida ed efficace richiede uno sforzo congiunto da parte di tutti gli attori interessati", affermano gli organizzatori. Il Padiglione è pensato per servire la regione e opererà come hub per attività e collaborazioni intraprese dalle istituzioni pubbliche regionali, organizzazioni delle società civile e dagli enti del settore privato che catalizzano una transizione sostenibile attraverso l'innovazione collettiva.(ANSAmed).