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FIRENZE - "La chiave fondamentale che si aggiunge alla nuova politica dell'asilo è che bisogna lanciare una nuova cooperazione tra Europa e Africa". Lo ha detto oggi, a margine di una sessione dello 'Stato dell'Unione' dell'European University Institute, il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi.
"Bisogna organizzare un patto, uno scambio per cui gli europei fanno più investimenti - ha aggiunto -, lavorano di più con gli africani per il loro sviluppo, gli africani però si assumono la loro responsabilità nel gestire insieme a noi i flussi migratori, nel combattere il traffico di essere umani, e nell'essere più cooperativi nei rimpatri di quelli che vengono da noi e che non hanno diritto a restare.
Non è una soluzione che si realizza in poche settimane, ma è la vera svolta politica. L'Italia ha fatto le sue proposte, la commissione europea le ha accolte bene, da qui al vertice europeo di giugno vogliamo vedere una svolta anche in questo aspetto della politica europea".
Flop redistribuzione migranti? Gozi, l'Italia ha fatto la sua parte
"Il flop della redistribuzione dei migranti dimostra che l'Italia ha fatto la sua parte. L'Italia identifica al cento per cento tutti gli immigrati e richiedenti asilo che arrivano in Italia negli hotspot", ha detto ancora rispondendo ad una domanda sui dati pubblicati oggi dal Corriere della Sera, secondo cui appena 564 dei 40 mial richiedenti asilo hanno lasciato l'Italia per altri Paesi.
"Abbiamo certamente lavorato per convincere tutti gli europei a fare quel passo avanti che è il corpo europeo di polizia delle frontiere esterne - ha aggiunto -. C'è un accordo politico e speriamo di arrivare ad una messa in attività il più presto possibile. Altri non hanno fatto la loro parte: se la redistribuzione non ha funzionato è perché altri Paesi non hanno rispettato i loro impegni. Questo è inaccettabile. Per questo noi siamo a sostegno della proposta della Commissione di rivedere tutte le regole di accoglienza per imporre a tutti gli Stati membri o di prendere una parte dei migranti o di dare un contributo finanziario se non ritengono di farlo".