BRUXELLES - L'Italia figura tra i Paesi maglia nera, addirittura al secondo posto dopo la Russia, per il numero di segnalazioni su attacchi fisici contro i giornalisti nel 2020, seguita dalla Serbia e il Regno Unito. Lo evidenziano i dati pubblicati nel rapporto annuale preparato dalle 14 organizzazioni internazionali di giornalisti incaricate dal Consiglio d'Europa di gestire la piattaforma su cui sono pubblicate le segnalazioni di attacchi alla stampa nei 47 Stati membri, tra cui anche Turchia, Azerbaijan, Ungheria e Polonia.
"Ma bisogna essere cauti nel comparare i dati di diversi Paesi", come evidenzia Ricardo Gutierrez, segretario generale della Federazione europea dei giornalisti, spiegando che le segnalazioni dipendono anche da come lavorano le associazioni nazionali. "L'Italia è un caso specifico, perché in questo Paese c'è una correlazione tra il numero di casi di violenza e quelli di intimidazione nei confronti dei giornalisti", afferma Gutierrez, spiegando che per il Paese molte delle segnalazioni pubblicate arrivano dalla Federazione nazionale della stampa.
"D'altro canto - aggiunge - noi non segnaliamo tutti i casi, perché è impossibile, e il messaggio alle associazioni nazionali è di concentrarsi sui casi più importanti".
Le organizzazioni che gestiscono la piattaforma per la difesa della libertà di stampa del Consiglio d'Europa affermano inoltre che c'è una sottostima degli episodi di violenza ai giornalisti nei paesi del sud est membri dell'organizzazione.
Per l'Italia, sulle 11 segnalazioni pubblicate nel 2020, 6 riguardavano attacchi fisici contro giornalisti. Tra i casi ci sono l'attacco a una troupe di Sky Tg 24 a Napoli durante una manifestazione anti lockdown, quello al giornalista Mimmo Rubio anche lui vittima di manifestanti anti lockdown, e gli attacchi a diversi giornalisti mentre seguivano le proteste dell'estrema destra a Roma nel giugno 2020.
"Il numero di segnalazioni di attacchi fisici sui giornalisti negli Stati membri è raddoppiato tra il 2016 e il 2020, passando da 24 casi a 52", conclude Gutierrez.