ISTANBUL / BEIRUT - Almeno 1.500 persone hanno perso la vita per il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito nella notte il sud est della Turchia e il nord della Siria, il cui bilancio è destinato a salire ancora perché ci sono moltissime persone ancora sotto le macerie, e che a provocato anche migliaia di feriti e distrutto centinaia di case ed edifici. E' stato il più grande disastro registrato nel Paese dal 1939, ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il bilancio provvisorio indica almeno 1.014 vittime nella sola Turchia e 783 in Siria.
Colpite le province turche di Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras e in Siria, oltre alle zone sul confine turco, anche le città di Aleppo, Latakya, Tartus e Hama. Le scosse del devastante terremoto che ha colpito la zona di confine tra Turchia e Siria si sono avvertite fino alla Groenlandia, riferisce l'istituto geologico danese. Paura anche in Libano, dove il terremoto è stato avvertito con forza.
La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.
Il sisma è avvenuto alle 4:17 del mattino (le 2:17 ora italiana) e ha avuto il suo epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano.
Oltre alle abitazioni, è quasi completamente crollata la Chiesa dell'Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo. Ridotto a un cumulo di macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel III secolo d.C.. Il Kurdistan iracheno ha dichiarato di aver sospeso per precauzione le esportazioni di petrolio attraverso la Turchia.
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato che Mosca è pronta a fornire tutta l'assistenza necessaria ad Ankara, mentre il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell'Ue sta coordinando l'invio di squadre di soccorso dall'Europa, mentre l'Italia - ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani - ha messo a disposizione le sue strutture della protezione civile.