(ANSAmed) - TUNISI, 18 MAR - Intorno alla fine del
Pleistocene medio il continente africano ha ospitato graduali e
interconnessi processi riguardanti l'evoluzione biologica e
culturale della nostra specie. Fra questi, la transizione alla
cosiddetta Middle Stone Age (MSA) circa 300.000 anni fa. I dati
archeologici e cronologici delle fasi più antiche di questo
processo sono però estremamente scarsi, e interpretare le
informazioni provenienti dalle poche località del continente
africano in cui queste prime evidenze sono state finora
identificate è particolarmente difficile. Oggi, le analisi
condotte da ricercatori del Dipartimento di Scienze
dell'antichità della Sapienza in stretta collaborazione con
l'Institut National du Patrimoine di Tunisi e la Facoltà di
Lettere e scienze umane di Kairouan nei siti archeologici
scoperti nell'area dello Wadi Lazalim, in Tunisia meridionale,
permettono di gettare nuova luce sul popolamento del Nord Africa
in questa fase cruciale dell'evoluzione della nostra specie. Lo
rende noto La Sapienza sul proprio sito precisando che "i
risultati del lavoro, sviluppato con i finanziamenti dei Grandi
Scavi di Ateneo della Sapienza e del Ministero degli Affari
esteri e della cooperazione internazionale grazie ai quali la
regione è oggetto di ricerca fin dal 2015, sono stati pubblicati
sulla rivista Scientific Reports.
Secondo il gruppo di ricerca internazionale, che annovera
specialisti basati in Tunisia, Italia, Francia e Spagna, i siti
investigati, datati fra 300.000 e 130.000 anni fa, rivelano
l'occupazione umana del Sahara settentrionale durante la antica
Middle Stone Age in un periodo prossimo a quello dei più antichi
contesti africani di questa fase. La ricerca - commenta Savino
di Lernia, coordinatore dello studio e Direttore della Missione
archeologica nel Sahara - ha fornito pertanto elementi
indispensabili per comprendere tempi e modi del popolamento del
Nord Africa da parte dei primi utilizzatori di queste
tecnologie, probabilmente alcuni fra i più antichi H. sapiens".
"Queste testimonianze - conclude Emanuele Cancellieri della
Sapienza, primo autore del lavoro - rinforzano l'ipotesi sulla
precoce dispersione di esseri umani e di innovazioni
tecnologiche da regioni dell'Africa sub-sahariana".(ANSAmed).
(ANSA).