Questa mattina, i quattordici imputati hanno avuto l'ultima occasione di esprimersi dinanzi ai giudici della corte d'assise speciale prima del verdetto atteso per mercoledì sera. Nella sua ultima dichiarazione, il principale imputato, Salah Abdeslam, unico membro ancora in vita dei commando terroristici che quella notte uccisero 130 persone, ha dichiarato: "E' vero, ho commesso errori, ma non sono un assassino, non sono un killer, se mi condannate per omicidio, commettereste un'ingiustizia".
Durante il maxi-processo cominciato lo scorso settembre nell'aula bunker dell'ìle-de-la-Cité, nel cuore di Parigi, Abdeslam si è mostrato ambivalente, oscillando tra l'arroganza della prima udienza, quando si proclamò "combattente dello Stato islamico'' (Isis), a quando invece, sul finire, ha presentato le "condoglianze e le scuse a tutte le vittime". Dinanzi ai giudici, si è difeso assicurando di aver rinunciato ad azionare la sua cintura esplosiva in un bar del XVIII/o arrondissement di Parigi, sulle pendici di Montmartre, per "umanità". Poco convinta da questo "numero da equilibrista", la procura antiterrorismo (Pnat) ha chiesto per lui l'ergastolo senza possibilità di ricorso, la condanna piu' pesante prevista dall'ordinamento francese.
Gli altri tredici imputati presenti a Parigi si sono alzati uno per uno per esprimere in alcuni casi "pentimento", "scuse" e "condoglianze" alle vittime. "Ho fiducia nella giustizia", "mi attendo molto dal vostro verdetto". hanno dichiarato diversi di loro in questo ultimi giorno di processo prima della sentenza attesa dopodomani. (ANSAmed).