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Israele: a lezione d'ebraico coi graffiti di Tel Aviv

Lungo strade di Florentine, il metodo 'ambulante' di Guy Sharett

18 novembre, 19:09

Guy Sharret mentre illustra i graffiti Guy Sharret mentre illustra i graffiti

(di Massimo Lomonaco) (ANSAmed) - TEL AVIV - Imparare l'ebraico per strada, studiando graffiti murali, placche e insegne a Florentine, quartiere un tempo degradato di Tel Aviv e ora, invece, luogo della movida notturna della citta'. L'idea - che da due anni a questa parte gode di un crescente successo - e' di Guy Sharett, appassionato linguista e insegnante che sembra aver scoperto una buona formula per lo studio di un idioma a prima vista piuttosto arduo. E cosi' ogni settimana - di norma il venerdi' pomeriggio - gruppi di studenti di tutte l'eta' e nazionalita' (compresi alcuni italiani) si aggirano per le storiche strade di Florentine, sostando davanti a graffiti e scritte accuratamente selezionati per capire ''attraverso i segni e la cultura popolare la societa' israeliana''. ''La rivoluzione - spiega Sharett in un buon italiano, studiato a Firenze - non e' ancora entrata nell'insegnamento delle lingue. E' ora di uscire dal chiuso delle scuole e da dietro i banchi''. E quelli che lui chiama i ''sopravvissuti all'Ulpan'' (il corso classico per chi vuole imparare l'ebraico) sembrano dargli ragione. ''Ho cominciato con un avviso su Facebook - racconta Sharett, discendente della famiglia di Moshe' Sharett, leader laburista che fu tra i padri della patria e primo ministro di Israele dal 1953 al 1955 - Con mia grande sorpresa al primo appuntamento c'erano 20 persone. Poi, sempre di piu'''. Il tour 'linguistico' di Sharett - che varia di giorno in giorno - qualche volta arriva a un graffito, su un muro del quartiere, con il profilo inconfondibile di Theodor Herzl, il fondatore del sionismo. Il suo famoso slogan - che appare sotto il ritratto - sulla nascita dello stato ebraico 'Se lo vuoi, non e' un sogno' e' stato trasformato in 'Se non lo vuoi, non ne hai bisogno'. Munito di lavagna di plastica, davanti agli studenti, Sharett spiega le parole ebraiche, ne richiama le connessioni linguistiche, l'uso dei tempi, ma, al contempo, insegna anche il ''senso politico'' di quel graffito. Altro esempio di questa nuova didattica sono addirittura i tombini comunali: quelli piu' vecchi del 1937 dove non appare, accanto a Tel Aviv, il nome di Yafo (Giaffa) e quelli piu' recenti in cui invece appare accanto secondo la dizione attuale del comune. Se Florentine e' il 'must' delle lezioni di Sharett, la sua scuola ambulante d'ebraico, alla ricerca dei ''segni'', non si esaurisce pero' nel quartiere .

''I termini legati al mondo del mare - aggiunge con soddisfazione - li spiego al porto di Giaffa; l'uso passivo del verbo invece al cimitero monumentale di Trumpeldor, nel cuore di Tel Aviv. Attraverso le parole, risaliamo il corso della storia''. Molti degli studenti rimangono poi colpiti dai versetti della Bibbia disegnati con lo spray sui muri: ''per loro, stranieri, e' del tutto inusuale, ma qui invece - prosegue - e' comune e il piu' delle volte ha un vero e proprio richiamo politico''.'' Invece di sgobbare su testi noiosi fatti per gli studenti, il nostro vagabondare per la citta' - insiste Sharett - ci fa usare occhi e orecchie. E cosi' siamo portati a ricordare nuove parole, espressioni e nozioni''. Anche quelle piu' problematiche: come nel caso - ricorda l'insegnante - di 'Tsahal uber alles', un graffito malizioso, apposto da militanti pacifisti in occasione dell'ultima guerra a Gaza: che accosta l'acronimo 'Tsahal' (esercito israeliano) a 'Uber alles' (sopra tutti), strofa dell'inno tedesco usato con grande pompa dai nazisti e ora proibita. Critica politica estrema, attraverso la lingua, che Sharett non manca di spiegare ai suoi studenti.

(ANSAmed).

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