"Si tratta di otto tavolette, di un centimetro per un centimetro e mezzo ciascuna, su cui compare in risalto la sagoma di una cifra" ha detto il proprietario della casa d'asta Meir Tzolman alla radio militare. "Venivano premute sulla pelle dell'internato, con la stessa tecnica usata a quel tempo per marchiare il bestiame".
Nipote di un ebreo sopravvissuto ai campi sterminio, Tzolman ha detto di aver ricevuto le tavolette da un cittadino polacco e di averle sottoposte ad una vendita pubblica "perchè non scomparissero per sempre".
Immediata la protesta del Museo Yad Vashem di Gerusalemme.
"Il commercio di oggetti del genere è inaccettabile da un punto di vista morale e contribuisce solo alla proliferazione di falsi", ha commentato il suo presidente Dany Dayan. Oggetti del genere, ha aggiunto, dovrebbero trovarsi semmai nel suo museo "per essere studiati, conservati ed utilizzati come testimonianza storica". (ANSAmed).