L'esercito israeliano ha pubblicato oggi il risultato di un 'rapporto provvisorio' sulle circostanze che due giorni fa a Jenin hanno portato alla morte della reporter e ha ribadito che ancora "non è possibile stabilire la origine dei fuoco che l'ha colpita". Il rapporto menziona due possibilità. La prima che sia stata raggiunta da un "fuoco massiccio, di centinaia di proiettili" indirizzato "in maniera non controllata" da miliziani palestinesi, da più angolazioni, verso veicoli militari israeliani in transito. La seconda che sia stata invece raggiunta da uno di alcuni proiettili sparati da un militare israeliano, dalla feritoia di una jeep. Questi aveva mirato ad un "terrorista" che sparava raffiche verso la jeep. "Esiste la possibilità che la giornalista si trovasse vicino al terrorista.
In quel momento, era a 200 metri dalla jeep".
"Per scegliere una delle due possibilità - afferma l'esercito - occorre compiere una perizia balistica professionale sul proiettile estratto dal corpo della giornalista". Ma finora da parte palestinese è giunto solo un rifiuto, lamenta l'esercito israeliano che in questa circostanza è tornato ad esprimere rammarico per la la morte della donna. (ANSAmed).