TEL AVIV - La magistratura israeliana ha chiuso l'indagine sull'uccisione di un palestinese avvenuta in giugno presso Nablus, in Cisgiordania, e ha prosciolto un colono che in un primo tempo era stato sospettato di omicidio e che per alcuni giorni era stato preso in custodia dallo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano.
Secondo quanto riferisce Haaretz la magistratura è giunta alla conclusione che l'israeliano potrebbe aver agito per legittima difesa, dopo che questi ha sostenuto che il gruppo con cui si trovava - composto in prevalenza da giovani - era stato attaccato da agricoltori palestinesi. L'incidente risale al 26 giugno quando coloni dell'insediamento di Ariel entrarono in terre agricole nel vicino villaggio di Iskaka. Ne seguì una colluttazione in cui l'agricoltore Ali Hassan Harb, di 27 anni, fu pugnalato al petto dall'israeliano e morì poco dopo in un ospedale palestinese.
Lo zio dell'ucciso, Naim Harb, si è detto incredulo di fronte alla decisione della magistratura israeliana. "Questo dimostra che il governo israeliano è al servizio dei coloni" ha detto a Haaretz. La famiglia, ha anticipato, è determinata a sottoporre il caso al Corte Penale Internazionale (Cpi).