Il responso che emerge dalle misurazioni è unanime in tutti e cinque i porti italiani visitati: i valori di concentrazione dei PM2.5, normalmente attorno a 2-3000 parti per cm3, schizzano a 80.000-120.000 se c'è una nave o se c'è vento dal mare. Passano dal porto alla città per poi diluirsi e diffondersi fino a 100-200 km all'interno. Non è un fenomeno locale o solo italiano: le stesse misure effettuate alcuni anni fa dallo stesso ente nel Mare del Nord hanno registrato un aumento di oltre 400 volte. Tuttavia, il Mare del Nord ed il Baltico dal 2015 sono zone Eca, al cui interno le navi usano combustibili meno inquinanti e le emissioni si sono più che dimezzate.
Per comprendere quali saranno gli effetti sul sistema di trasporto Mediterraneo e sulla salute dei cittadini e dell'ambiente, la Commissione Europea e i Ministeri dell'Ambiente italiano, spagnolo, olandese e francese hanno affidato al team Life4MedECA una serie di approfondimenti, la misura della qualità dell'aria nei porti mediterranei ed il confronto con le analoghe misure effettuate sei anni fa nel Nord Europa. I risultati delle misurazioni italiane sono stati illustrati in anteprima il 7 ottobre a Roma, in un evento al Cnr. E dopo l'Italia, le rilevazioni proseguiranno il 25 ottobre a Malta, per poi approdare nei Paesi non europei nel corso del 2022.
Come riferisce una nota, l'impatto della Eca nel Baltico ha avuto il merito di abbattere le emissioni di zolfo tra il 50% e il 60% ottenendo così una forte riduzione delle malattie polmonari. E la minore incidenza di malattie polmonari ha prodotto risparmi doppi rispetto al maggior costo del combustibile a basso tenore di zolfo. "Si tratta di un risparmio netto medio di circa 7€ per ogni kg di ossido di zolfo emesso, o meglio non emesso", ha dichiarato Kare Press-Kristensen, esperto danese di Green Transition Denmark che ha effettuato le misure.
L'esperienza Baltica fa ben sperare, ma il Mediterraneo è un'area molto più vasta: 3 continenti e 22 Paesi coinvolti, il 13% del traffico marittimo mondiale. "Per poter curare con efficacia il malato - ha commentato Emilio Campana, Direttore del Dipartimento Diitet del Cnr - è necessario innanzitutto conoscerne lo stato di salute". "E per questo motivo che Life4MedECA - sottolinea Antonella Querci, direttore Sviluppo, Programmi europei ed Innovazione dell'ADSP Mar Tirreno settentrionale e coordinatrice del progetto - è stato incaricato di effettuare gli approfondimenti necessari per stimare impatti, stabilire come aiutare chi sosterrà l'onere finanziario della transizione ed identificare le tecnologie su cui investire per rendere l'onere trascurabile".
Tra i risultati già disponibili, c'è l'impatto del maggior costo del combustibile sui consumatori, pari a meno dello 0,1%, del valore della merce, una frazione trascurabile dell'aumento conseguente al recente rincaro dei noli delle navi portacontainer dovuto al Covid.
La Medeca è poi sinergica con l'elettrificazione delle banchine portuali (gli interventi economici sono già deliberati del PNRR Trasporti) e con la produzione di energia da fonti rinnovabili nei porti. "Una sinergia - avverte Luciano Guerrieri, Presidente dell'Autorità di Sistema portuale del Mare Tirreno Settentrionale - che è nostro dovere accompagnare e assecondare, intervenendo soprattutto localmente ed agendo per tempo. La Med Eca, se approvata, non entrerà in vigore prima di 2, 3 anni: abbiamo il tempo e le risorse per prepararci ma, si sa, chi ha tempo non aspetti tempo. Noi abbiamo iniziato".(ANSAmed).