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Regeni: gup sospende processo e dispone nuove ricerche

Egitto non collabora. Legale famiglia, Draghi intervenga

11 aprile, 17:52

(ANSAmed) - ROMA, 11 APR - Il gup di Roma, alla luce delle comunicazioni giunte dal Ministero della Giustizia sul no egiziano ad una collaborazione e dai carabinieri del Ros, ha disposto la sospensione del procedimento a carico di quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel 2016 affidando ai Ros nuove ricerche. La nuova udienza è stata fissata per il 10 ottobre.

In una nota inviata al gup di Roma nel giorno dell'udienza, il Ministero della Giustizia lamenta la totale chiusura dell'autorità egiziane ad un collaborazione con l'Italia per il caso Regeni. Il giudice Roberto Ranazzi nel gennaio scorso aveva, infatti, chiesto al governo di verificare la possibilità di una "interlocuzione" con le autorità del Cairo. In particolare nel documento trasmesso a piazzale Clodio, il ministero scrive del "rifiuto dell'Egitto di collaborare nell'attività di notifica degli atti" con l'Italia nonché il 'no' ad un incontro tra il ministro Marta Cartabia e il suo omologo egiziano. Inoltre, il 15 marzo il direttore della cooperazione giudiziaria italiana si è recato a un incontro in Egitto durante il quale gli è stato comunicato che sulla vicenda la competenza è della Procura Generale per la quale il caso Regeni è chiuso e non è possibile effettuare ulteriori indagini sui quattro indagati in Italia.

Dal canto loro i carabinieri del Ros, a cui il gup aveva chiesto nuove ricerche sul domicilio degli indagati, hanno comunicato di essere riusciti ad acquisire l'indirizzo del luogo di lavoro dei quattro ma per il codice di procedura penale per questioni internazionali per le notifiche è necessario il domicilio.

"Prendiamo atto dei tentativi falliti del Ministero della Giustizia di ottenere concreta collaborazione da parte delle autorità egiziane e siamo amareggiati e indignati dalla risposta della procura del regime di Al Sisi che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni e del nostro sistema di diritto", ha detto l'avvocato Alessandra Ballerini, legale dei genitori di Giulio Regeni lasciando il palazzo di Giustizia di Roma.

"Chiediamo che il presidente Draghi condividendo la nostra indignazione pretenda, senza se e senza ma, le elezioni di domicilio dei 4 imputati. Oggi è stata un'ennesima presa in giro".

Per l'avvocato il nostro governo deve "alzare la voce e si faccia sentire". "La lesione della tutela della vita, della libertà e dell'integrità dei cittadini all'estero, come la Presidenza del Consiglio ricorda nel suo atto di costituzione di parte civile, costituisce grave pregiudizio dell'immagine e del prestigio dello Stato Italiano nella sua funzione di protezione dei propri cittadini - ha aggiunto Ballerini -. Quindi, visto il conclamato ostruzionismo egiziano pretendiamo da parte del nostro governo la necessaria, tempestiva e proporzionata reazione. Stare inermi ora, permettere al regime di Al Sisi di bloccare questo processo faticosamente istruito, consentirebbe l'impunità degli assassini di Giulio ed equivarrebbe ad essere loro complici. Il nostro governo ha il dovere invece di esigere energicamente giustizia".(ANSAmed).

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