"Le persone in situazioni di particolare fragilità, vittime di tortura, violenza intenzionale o abusi sessuali, che nel corso dell'anno sono state accompagnate dal Centro Astalli attraverso l'azione coordinata del servizio medico e dello sportello legale sono state numerose. Quasi tutte le donne seguite dal servizio di ginecologia (213 nel 2021) hanno subito torture, violenza di genere o abusi, nei Paesi di origine o durante i viaggi", denuncia il rapporto. "Le vittime di tortura che si sono sottoposte a una visita per il rilascio del certificato medico-legale da presentare alla Commissione Territoriale - si legge ancora - sono state 334, in prevalenza uomini ma con una percentuale di donne in aumento (il 32% del totale), provenienti soprattutto da Nigeria, Senegal ed Eritrea.
Spesso il disagio di queste persone, che fatica sempre più a emergere nelle prime fasi dell'arrivo, esplode più tardi: nei centri di accoglienza in convenzione con il SAI la percentuale di rifugiati vulnerabili è in aumento (37% sono vittime di tortura e violenza): lavorare su percorsi di integrazione quando è venuta meno una presa in carico tempestiva della vulnerabilità rappresenta un aggravio molto serio sulla riuscita dei percorsi di autonomia". "Una sottolineatura doverosa - prosegue il rapporto - riguarda coloro che hanno vissuto l'esperienza del carcere in Libia: in modo pressoché unanime raccontano di abusi, violenze e persecuzioni. Nel 2021 si sono aggiunti a loro i migranti che sono riusciti ad arrivare in Italia passando dai Balcani e che raccontano di percosse e violenze da parte di forze dell'ordine nel tentativo di respingerli".(ANSAmed).