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Ue, 'salvataggi in mare siano rapidi e nel rispetto leggi'

'Spetta a Stato bandiera navi responsabilità rispetto norme'

28 ottobre, 12:15

(ANSAmed) - BRUXELLES, 28 OTT - "La Commissione non è coinvolta né responsabile del coordinamento di tali operazioni in mare. Tuttavia, invita gli Stati e tutti gli attori coinvolti nelle operazioni di ricerca e salvataggio ad agire in modo rapido e coordinato e a rispettare le leggi pertinenti, garantendo che le persone in mare siano portate in salvo il più rapidamente possibile". E' quanto spiega Anitta Hipper, portavoce della Commissione, rispondendo ad una domanda sulla direttiva Piantedosi. "È lo Stato di bandiera" della nave "che ha la responsabilità primaria di garantire la conformità agli standard internazionali e dell'Ue", aggiunge.

"Le attività di ricerca e salvataggio sono un elemento chiave della gestione integrata delle frontiere europee e hanno un impatto significativo sulle politiche di migrazione e asilo dell'Ue. Il nuovo Patto sulla Migrazione e l'Asilo includeva una proposta per un approccio più coordinato alle questioni di ricerca e salvataggio. Attraverso una raccomandazione specifica (indirizzata agli Stati membri), la Commissione ha istituito un Gruppo di contatto per la ricerca e il salvataggio nel 2021, con l'obiettivo di evitare incidenti in mare, mantenere la sicurezza della navigazione e garantire una gestione efficace della migrazione, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell'Ue", spiega ancora la portavoce.

"L'obiettivo del Gruppo di contatto per la ricerca e il salvataggio è rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri, gli attori privati e le altre parti interessate nel campo della ricerca e del salvataggio, con particolare attenzione alle operazioni effettuate da imbarcazioni private", aggiunge Hipper osservando: "La realtà odierna è che le navi private sono impegnate in complesse operazioni di salvataggio, che riguardano un gran numero di persone, anche senza un quadro coordinato né a livello nazionale né a livello europeo".

L'Ue, rimarca la Commissione, "fornisce un sostegno concreto lungo l'intera catena di gestione della migrazione: a livello politico, operativo e finanziario. La Dichiarazione di solidarietà rappresenta un importante passo avanti per l'Italia.

Gli Stati membri si sono impegnati ad attuare un meccanismo di solidarietà volontario, semplice e prevedibile. Il meccanismo è concepito per sostenere gli Stati più colpiti dalle sfide migratorie nel Mediterraneo e sulla rotta atlantica occidentale, con un'assistenza basata sulle necessità da parte di altri Paesi membri, complementare al sostegno europeo, offrendo ricollocazioni (il metodo di solidarietà preferito) e contributi finanziari. L'Italia, attualmente sottoposta a una forte pressione migratoria, è stato il primo Paese a veder ripartire le ricollocazioni volontarie. Le prime ricollocazioni hanno avuto luogo dall'Italia, nei mesi di agosto e ottobre di quest'anno: 38 candidati alla ricollocazione si sono recati in Francia e 74 in Germania". (ANSAmed).

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