"Non si può accettare un modello che potrebbe portarci alla 'bosnizzazione' del Kosovo", ha detto la presidente Vjosa Osmani, con riferimento alla Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina. Si tratta, ha osservato in dichiarazioni alla tv locale Rtk riprese dai media a Belgrado, di un documento dannoso per la sovranità e il funzionamento delle istituzioni del Kosovo, un modello che porta alla divisione del Paese. Ribandendo le accuse a Belgrado di mancato rispetto degli accordi raggiunti finora nell'ambito del dialogo, Osmani ha affermato che la Ue non ha un approccio bilanciato e paritario con le due parti impegnate nel negoziato, e tratta Belgrado come un "bambino viziato". "La Ue deve esercitare pressione sulla Serbia per indurla a rispettare gli accordi", ha detto la presidente, secondo cui il dialogo dovrà concludersi con il reciproco riconoscimento fra Pristina e Belgrado.
A Osmani ha replicato prontamente Petar Petkovic, capo dell'Ufficio governativo serbo per il Kosovo, che ha definito "assurde" le accuse di Pristina, e ha rigettato sulla dirigenza kosovara la responsabilità del mancato rispetto degli accordi e del conseguente stallo nel dialogo. Gli accordi del 2013, che prevedono la Comunità delle municipalità serbe, non sono un menu a la carte dal quale si può prendere solo ciò che si desidera scartando il resto - ha affermato Petkovic. (ANSAmed).