(ANSAmed) - BELGRADO, 4 MAR - "Far entrare con la forza il
cosiddetto Kosovo nella Nato non sarebbe solo una violazione
delle procedure di ingresso nell'Alleanza atlantica e della
risoluzione 1244 delle Nazioni Unite, ma anche una aperta
minaccia alla Serbia e una ulteriore forma di pressione su
Aleksandar Vucic". Lo ha detto oggi il ministro dell'Interno
serbo Aleksandar Vulin con riferimento alle ripetute prese di
posizione della dirigenza di Pristina per una rapida adesione
del Paese alla Nato, e alla Ue, alla luce della situazione
internazionale creatasi con il conflitto armato in Ucraina.
Per Vulin, che è tradizionalmente su posizioni apertamente filorusse e nazionalpatriottiche, il Kosovo non è uno stato, non ha un Esercito e rappresenta un problema politico per almeno quattro paesi della Nato (Spagna, Grecia, Romania e Slovacchia, che non riconoscono l'indipendenza di Pristina, ndr). La Serbia non riconosce l'indipendenza proclamata unilateralmente il 17 febbraio 2008 dal Kosovo, che continua a considerare parte integrante del suo territorio, provincia meridionale a maggioranza albanese.(ANSAmed).
Per Vulin, che è tradizionalmente su posizioni apertamente filorusse e nazionalpatriottiche, il Kosovo non è uno stato, non ha un Esercito e rappresenta un problema politico per almeno quattro paesi della Nato (Spagna, Grecia, Romania e Slovacchia, che non riconoscono l'indipendenza di Pristina, ndr). La Serbia non riconosce l'indipendenza proclamata unilateralmente il 17 febbraio 2008 dal Kosovo, che continua a considerare parte integrante del suo territorio, provincia meridionale a maggioranza albanese.(ANSAmed).