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Kosovo: missione Nato 'pronta a intervenire se necessario'

Kfor lancia anche un appello al dialogo tra Pristina e Belgrado

01 agosto, 11:50

(ANSAmed) - BELGRADO, 01 AGO - La forza internazionale Kfor a guida Nato "controlla da vicino" la situazione al confine tra Kosovo e Serbia, dove cresce di nuovo la tensione interetnica, ed è "pronta a intervenire se la stabilità è messa in pericolo" in base al suo mandato, sancito dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Lo si legge in un comunicato emesso questa sera. Sottolineando di essere in contatto sia con la parte kosovara sia con quella serba, la Kfor lancia un appello al dialogo, ma riafferma che "adotterà qualsiasi misura si renderà necessaria per mantenere la stabilità".

La popolazione serba, che è maggioritaria nel nord del Kosovo e che resta legata alle strutture parallele che la Serbia mantiene in Kosovo, dovrà essere in possesso dal primo agosto di documenti di identità emessi dalle autorità kosovare, ed entro fine settembre dovrà al tempo stesso sostituire le targhe automobilistiche serbe con quella kosovare.

Per le proteste e i blocchi stradali messi in atto dai serbi, Pristina ha deciso in serata di chiudere i valichi di frontiera di Jarinje e Brnjak. Il premier kosovaro, Albin Kurti, ha accusato delle nuove tensioni interetniche il presidente serbo, Aleksandar Vucic, che da parte sua ha lanciato un avvertimento a Pristina, esortandola a non continuare nella politica da lui ritenuta ostile ai serbi, pur chiedendo alla popolazione serba di mantenere la calma e di non cedere alle 'provocazioni'.

Nel comunicato diffuso in tarda serata, si afferma che il comandante della Kfor, il generale ungherese Ferenc Kajari, è in continuo contatto con tutte le istituzioni interessate, e anche con i vertici militari serbi. La Kfor, forte di circa 3.500 uomini, è presente in Kosovo dalla fine della guerra nel 1999, sulla base della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Le nuove tensioni in Kosovo e le accuse reciproche tra Belgrado e Pristina creano ulteriori problemi al dialogo facilitato dalla Ue e allontanano le pur tenui speranze di poter organizzare in tempi brevi un nuovo incontro al vertice fra Vucic e Kurti, come auspicato dal mediatore europeo, Miroslav Lajcak. (ANSAmed).

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