La crisi è stata poi aggravata dalle misure di contenimento della pandemia. E le proteste di fine gennaio a Tripoli, città da decenni descritta come la più povera e marginalizzata del paese, erano scoppiate proprio come forma di contestazione popolare di fronte alla prolungata assenza di aiuti statali alle categorie sociali più colpite dalla crisi e dalle misure anti-covid. Dopo tre notti di scontri, un manipolo di manifestanti aveva a fine gennaio preso d'assalto la sede del comune di Tripoli, unica sede istituzionale non presidiata in maniera massiccia dalle forze dell'ordine. L'attacco era stato condannato dall'intera classe politica e istituzionale libanese, che aveva esplicitamente evocato la presenza di "elementi infiltrati" nelle proteste di Tripoli, risultato di "complotti", chiedendo l'applicazione del pugno duro della repressione poliziesca e giudiziaria. I 35 manifestanti, rimasti per oltre due settimane in cella senza la formalizzazione di una accusa, devono ora affrontare un processo da parte del tribunale militare e non civile. E rischiano condanne fino alla pena di morte. Nei giorni scorsi, attivisti della società civile hanno protestato per diversi giorni di fronte alla sede del Tribunale militare di Beirut per chiedere il rilascio dei manifestanti di Tripoli. (ANSAmed). (ANSA).
Libano: accusati di 'terrorismo' i manifestanti di Tripoli
Prima volta da scoppio proteste nel 2019.Rischiano pena capitale
La crisi è stata poi aggravata dalle misure di contenimento della pandemia. E le proteste di fine gennaio a Tripoli, città da decenni descritta come la più povera e marginalizzata del paese, erano scoppiate proprio come forma di contestazione popolare di fronte alla prolungata assenza di aiuti statali alle categorie sociali più colpite dalla crisi e dalle misure anti-covid. Dopo tre notti di scontri, un manipolo di manifestanti aveva a fine gennaio preso d'assalto la sede del comune di Tripoli, unica sede istituzionale non presidiata in maniera massiccia dalle forze dell'ordine. L'attacco era stato condannato dall'intera classe politica e istituzionale libanese, che aveva esplicitamente evocato la presenza di "elementi infiltrati" nelle proteste di Tripoli, risultato di "complotti", chiedendo l'applicazione del pugno duro della repressione poliziesca e giudiziaria. I 35 manifestanti, rimasti per oltre due settimane in cella senza la formalizzazione di una accusa, devono ora affrontare un processo da parte del tribunale militare e non civile. E rischiano condanne fino alla pena di morte. Nei giorni scorsi, attivisti della società civile hanno protestato per diversi giorni di fronte alla sede del Tribunale militare di Beirut per chiedere il rilascio dei manifestanti di Tripoli. (ANSAmed). (ANSA).