Il Libano in piena crisi economica non ha un governo nel pieno dei suoi poteri dallo scorso agosto. Nonostante ripetute pressioni internazionali, i leader politico-confessionali libanesi non hanno trovato un accordo per la creazione del nuovo esecutivo, che dovrebbe avere il compito di negoziare con le istituzioni finanziarie straniere lo stanziamento di fondi per uscire dal tunnel della crisi economica. Lo stanziamento di fondi è però condizionato da parte dei donatori internazionali all'avvio di un processo di riforme strutturali. Queste, se fossero avviate concretamente, andrebbero a intaccare gli interessi del sistema clientelare e politico su cui si regge il potere degli attuali leader politico-confessionali.
In dichiarazioni rilasciate ai giornalisti al termine del faccia a faccia col capo di Stato libanese, Hale non ha escluso che gli Stati Uniti possano adottare delle misure punitive nei confronti degli attori politici libanesi che continueranno a bloccare il processo di formazione del nuovo governo e che, quindi, a suo dire, rallentino il percorso delle riforme.
"Quelli che continueranno a mettere i bastoni tra le ruote delle riforme mettono in pericolo i loro rapporti con gli Stati Uniti e i loro alleati", ha detto Hale. "E rischiano di essere sottoposti a misure punitive".
Lunedì prossimo è prevista a Bruxelles una riunione dei ministri degli esteri dell'Unione Europea e, secondo media di Beirut, sarà evocata anche in quella sede la possibilità di imporre sanzioni contro attori politici libanesi.(ANSAmed).