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Libano: crolla la lira, proteste e scontri con esercito

Ministro interni: 'Temo il peggio. Il caos aumenterà'

28 giugno, 13:01

BEIRUT - Temo il peggio e il caos in Libano aumenterà. Con questa dichiarazione rilasciata stamani il ministro uscente degli interni libanese Muhammad Fahmi ha commentato il preoccupante inasprimento di tensione sociale registratosi durante il fine settimana sullo sfondo di un ulteriore crollo del valore della lira locale rispetto al dollaro. Il biglietto verde è ora scambiato a 17.500 lire libanesi, quando meno di due anni fa un dollaro valeva 1.500 lire.
Questo nuovo record negativo toccato dalla valuta locale ha spinto in strada oggi e per tutto il fine settimana fiumi di persone in quasi tutte le città e le regioni del paese, con proteste e blocchi stradali registratisi da nord a sud e nella valle orientale della Bekaa. L'esercito libanese è di nuovo impegnato stamani nel tentativo di riaprire alcuni tratti dell'autostrada Beirut-Damasco nella Bekaa. Ed è intervenuto nel centro di Tripoli per sedare le proteste, ininterrotte ormai da giorni, nel principale porto settentrionale del Paese, uno degli epicentri di quella che sta assumendo i tratti di una vera e propria sommossa popolare su base locale. La Croce Rossa libanese aveva registrato alcune decine di feriti lievi in seguito a tafferugli avvenuti nel fine settimana tra militari e manifestanti in varie regioni del paese.
"Temo il peggio perché la gente non può sopportare di vedere i propri figli affamati", ha detto il ministro Fahmi citato stamani dai media di Beirut. "Finché la situazione rimane così, il caos aumenterà", ha aggiunto riferendosi alla continua svalutazione della lira locale rispetto al dollaro. La valuta ha perso circa il 90% del suo valore in meno di due anni. Il governo uscente di Beirut ha annunciato un anno e mezzo fa il default del paese e il sistema bancario libanese è fallito, imponendo di fatto un controllo dei capitali e un razionamento della liquidità ai piccoli e medi risparmiatori. 

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