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Libano: sale rabbia famigliari vittime esplosione porto

Proteste contro immunità istituzionale 8 persone incriminate

09 luglio, 15:56

(ANSAmed) - BEIRUT, 09 LUG - Decine di familiari delle vittime dell'esplosione del porto di Beirut, nel quale circa un anno fa sono state uccise più di 200 persone, hanno manifestato oggi di fronte alla residenza del presidente del parlamento Nabih Berri e si apprestano a manifestare di fronte alla sede del ministero degli interni.

Lo riferiscono media libanesi, secondo cui la nuova iniziativa di protesta è per chiedere a gran voce che le istituzioni libanesi autorizzino la procura di Beirut a procedere con gli interrogatori degli otto alti responsabili libanesi incriminati nei giorni scorsi nell'inchiesta in corso sulla deflagrazione del 4 agosto del 2020.

Finora il ministero degli interni ha respinto le richieste di rimozione delle immunità istituzionali mentre il parlamento non si è ancora pronunciato a riguardo. Tra gli otto alti responsabili figurano il premier uscente Hassan Diab e il capo dei servizi di sicurezza libanesi, il generale Abbas Ibrahim, oltre a ex ministri e deputati.

Durante la protesta avvenuta oggi di fronte alla residenza del parlamento Nabih Berri a Beirut si sono verificati scontri tra la polizia e i manifestanti e si contano alcuni feriti, tra cui donne. Una donna, madre di una delle vittime dell'esplosione del porto, ha urlato: "Siete uno Stato di ladri, bugiardi, assassini!". Il filmato della sua protesta è virale sui social.

In un comunicato diffuso poco fa dalla stessa Associazione delle vittime dell'esplosione del porto si afferma che "il momento di protestare pacificamente è finito. Ogni deputato che voterà contro la rimozione dell'immunità sarà considerato un nostro nemico, così come è diventato un nostro nemico il ministro degli interni" Muhammad Fahmi, che ha negato nei giorni scorsi la rimozione dell'immunità per il generale Ibrahim.

(ANSAmed).

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